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"Donerò da oggi tutta la mia indennità di consigliere regionale". L'annuncio del leghista Daniele Carissimi

L'iniziativa parte da domenica 15 novembre, "Giornata Mondiale dei Poveri", e consiste nell'acquisto di beni, servizi e prodotti nelle attività chiuse per le restrizioni sostenendo anche le famiglie più vulnerabili.

La decisione del consigliere regionale ternano e leghista, Daniele Carissimi, è stata annunciata nella sua pagina Facebook, nella speranza possa generare un circolo virtuoso fra i suoi colleghi, in particolare coloro che si danno da fare sui social per dichiararsi "dalla parte dei cittadini": userà la sua indennità di consigliere regionale per sostenere chi si trova in situazioni di vulnerabilità fino alla conclusione delle restrizioni. 

"Tutti - scrive Carissimi - dobbiamo dare una mano e aiutare chi ha bisogno. Oggi Papa Francesco ha detto che “non dobbiamo chiuderci in noi stessi”.Aiutare con soldi, tempo o attenzione, non cambia. Tutti possiamo fare qualcosa anche solo con una telefonata od un sorriso.

Questa pandemia colpisce tutti ma non tutti allo stesso modo. Come conferma (per ultimo i dati della Caritas) aumentano le famiglie in difficoltà, i poveri sono sempre più poveri e alcune attività economiche sono penalizzate più di altre. I ristoratori sono una di quelle attività più colpite e quindi a rischio sopravvivenza.

Per risolvere il problema non basta fare post o dichiarare intenti. Io sono un politico che deve trovare soluzioni e soprattutto metterle in pratica per aiutare le persone per essere credibile ma soprattutto utile.

Sono anche un privilegiato non solo perché svolgo anche una professione (avvocato) ma soprattutto in quanto percepisco un’indennita’ dalla regione Umbria tutti i mesi per il ruolo politico. D’altronde il mio slogan dalla campagna elettorale è sempre stato: "Servono soluzioni. Adesso".

"Tutta la mia indennità da consigliere per tutto il periodo delle restrizioni"

Quindi, l'annuncio: "Ecco quindi un impegno che da oggi metto in pratica donando la mia indennità per tutto il periodo di chiusura sperando che rappresenti anche un segnale che generi emulazione privandosi, chi può, di una parte del suo e per sollecitare stimolo ad occuparsi dei problemi degli altri.

Cosa farò: acquisterò ogni sera da un ristorante sempre diverso, una cena per una famiglia in difficoltà (avendo ricevuto dai parroci e dalle organizzazioni che ho interpellato una lista delle famiglie bisognose che ricorrono ai benefici del banco alimentare e la loro l’accettazione ricevere tale donazione ) che verrà consegnata loro a domicilio dallo stesso ristoratore e il resto all’inziativa di Don Roberto Cherubini. Il mio intento è quello di aiutare con un’unica iniziativa a mie esclusive spese, da un lato, le attività di ristorazione e dall’altro le persone bisognose.

Senz’altro non basta. Ma niente non è". 

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