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Terni, Elisa Vardaro annuncia: “Si conclude la mia carriera da atleta professionista. Innamorata di questo sport maledetto quanto meraviglioso”

La schermitrice utilizza un lungo post su facebook per congedarsi: “Come tutti i grandi amori si è trasformato con il tempo, ha preso altre forme ed ancora ne prenderà, ma rimarrà sempre tale”

Un lungo quanto significativo post. A leggere le parole di congedo di Elisa Vardaro si fa fatica a non emozionarsi. La schermitrice nativa di Foligno, cresciuta sportivamente negli spazi del Circolo scherma Terni ha deciso di posare il fioretto: “E da dove inizio? Dalla fine dai, così chi non ha voglia di leggere sa già qual è la notizia: con la fine di questa stagione si conclude la mia carriera da atleta professionista”. Scrive sulla sua pagina facebook.

Due anni fa, intervistata dalla redazione di www.ternitoday.it ci aveva raccontato come era sbocciato l’amore per la scherma: “Non ne conoscevo neppure l’esistenza. Per me è stato un colpo di fulmine, sono entrata in una palestra, all’età di 7 anni e ho voluto fortemente proseguire. Vincere le prime gare ha aiutato, ad un bambino stimola di più. Quando andavo a scuola, risiedevo ancora a Foligno. Mio padre mi portava a Terni ed all’età di 14-15 anni mi allenavo in una società di prestigio del fioretto”.

Allenamenti, sacrifici fino ai primi successi. La medaglia d’argento a squadre under 20 nel 2008, il primo tassello. Fanno seguito il trionfo a Foligno (sua città natale) al campionato italiano under 23. Ed ancora il secondo posto a Cancun nella prova di Coppa del Mondo (2016) che la proietta stabilmente in nazionale. Le medaglie d’oro ai mondiali militari ed in coppa Europa a squadre (rispettivamente nel 2017 e 2018). Il recentissimo successo alla prima prova di qualificazione degli assoluti.

Alcuni passaggi significativi del suo post: “Ed io sono innamorata di questo sport. Di questo maledetto sport. Crudele. Duro. Spietato. Imprevedibile. Meraviglioso. L’ho amato e odiato con la stessa forza. Ma l’ho amato sempre un po’ di più. “Una lunga storia d’amore” cantava Gino Paoli ed io con la scherma ho vissuto l’amore più autentico. Come tutti i grandi amori si è trasformato con il tempo, ha preso altre forme ed ancora ne prenderà, ma rimarrà sempre tale. Un amore vero”.

Ed ancora: “Cosa mi ha dato questo amore? La Vita. Mi ha regalato l’Onore di cantare l’inno di Mameli sul gradino più alto di un podio internazionale. L’Orgoglio di rappresentare un paese piccolo ma tra i più competitivi al mondo. La Gioia di vincere diversi ultimatum da “dentro o fuori” che solo gli atleti possono comprendere a fondo. La Disciplina per portare avanti i miei studi universitari fino alla laurea magistrale. Un Lavoro a tutti gli effetti, grazie all’Aeronautica Militare, condizione imprescindibile per continuare a coltivare un sogno. Il Coraggio di continuare a combattere quando non ti ricordi più perché lo fai, proprio come quando stai da tanti anni con una persona".

"Dici che la ami ma non ti ricordi più perché. E allora devi lavorare per riaccendere una fiammella al giorno finché all’improvviso ti esce quella stoccata in allenamento e ti ricordi di nuovo tutto. È uno sport pragmatico ed artistico allo stesso tempo. Devi essere preciso, schematico ma poi la differenza la fai mescolando le carte e ballando al ritmo di quella musica che sentirai solo tu e che dovrai esser bravo a non far ascoltare al tuo avversario”.

La specialista poi riserva anche uno speciale ringraziamento al maestro Filippo Romagnoli: “Quanto ci siamo divertiti, quanto ci siamo confrontati, quanto siamo cresciuti, quanto siamo simili. Abbiamo gioito, sofferto, ci siamo incazzati, ci siamo abbracciati. Ci saranno ancora tante altre occasioni. Ti voglio bene”. Infine il congedo: “Per quanto riguarda te, scherma mia, ci vediamo presto e come dice la canzone: “Fai finta che solo per noi due passerà il tempo, ma non passerà. Questa lunga storia d'amore.”

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