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Gli eremi della Valnerina tra storia e leggenda, ecco come salvare la memoria storica di luoghi magici

Il progetto “La ricostruzione del silenzio” ha visto la realizzazione di cinque video, protagonisti anche i ricordi degli anziani. Sabato a Polino la presentazione

E' la Valnerina nascosta, che non ci si aspetta, e che riporta il visitatore in connessione con il passato. Luoghi sconosciuti ai più, che ancora vivono nella memoria degli anziani, luoghi per la maggior parte abbandonati e fuori da un qualsiasi tipo di circuito a cui, ora, si vuole dare una nuova visibilità.

Proprio per consegnare al futuro queste tracce, è nato il progetto La ricostruzione del silenzio, proposto dal CAI e finanziato dalla Fondazione Carit, che sarà presentato per la prima volta a Polino sabato alle 21, e poi durante la manifestazione Le Rocche Raccontano a Ferentillo.

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Si tratta di un percorso di scoperta che crea un filo rosso indissolubile tra il patrimonio storico-artistico e naturalistico e tra storia e leggenda, mettendo al centro del discorso quei “tesori viventi” che sono gli anziani. Il tutto, grazie all'impegno di uno staff che ha dato vita a un progetto che sarebbe bello vedere declinato in altri contesti.

Il progetto

“L'iniziativa – dice il videomaker e regista Lorenzo Bernardini di Tumulto Video – è nata grazie alla passione degli escursionisti del CAI e delle loro uscite volte proprio a riscoprire questi eremi abbandonati. Da questa esperienza è nato il libro di Filippo Filipponi, La percezione del sacro, e da questo l'idea di creare un prodotto più turistico per raccontare luoghi e storie, sviluppata dal gruppo di lavoro di Tumulto Video, composto da me, Michele Manuali e Andrea Zingarelli”.

Da qui è nato il progetto: cinque brevi video di circa 10 minuti l'uno che raccontano l'eremo di Sant'Antonio di Polino, quello di Sant'Egidio a Castellonalto, l'eremo di San Michele Arcangelo a Colleolivo, di Santa Maria Maddalena di Terria, infine, l'affresco della Madonna Rupestre di Precetto”.

Tranne che nel caso di Polino, gli altri eremi sono di fatto abbandonati dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, ma in grado di emanare un'energia unica, ancora percepita dagli abitanti: “Abbiamo intervistato gli anziani dei vari luoghi e loro ci hanno raccontato leggende che sovrastano la memoria dei posti – continua Bernardini - E così abbiamo unito i loro racconti alle immagini”.

I video, realizzati anche attraverso dei droni della Digidron, sono fruibili non solo da casa, grazie a youtube, ma anche direttamente sul posto, grazie all'istallazione di pannelli in cui è stato riportato un qrcode dedicato che rimanda al breve documentario. Oltre a questo, il progetto ha previsto anche la sistemazione dei sentieri, per rendere più agevole il percorso.

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