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Escort, prostitute di strada e protettori: “Ritirare dal commercio il gioco da tavolo per papponi”

La senatrice umbra Emma Pavanelli del Movimento cinque stelle al Senato ha presentato sul tema una interrogazione parlamentare: “La violenza sulle donne non è un gioco”

Un gioco da tavolo con carte illustrate - denominato ‘Squillo’ - in cui ogni giocatore ricopre il ruolo di sfruttatore di prostitute e gestisce diverse ragazze, divise tra escort e prostitute di strada. Ognuna detiene una propria particolarità, parcella e ricavato finale. Lo scopo è quello di sconfiggere il protettore avversario, manovrando le proprie squillo, che poi possono essere uccise e i loro organi venduti per far guadagnare punti ai concorrenti.

“Insomma – sottolinea la senatrice umbra Emma Pavanelli - quello che viene definito un ‘gioco’ cela una inaudita violenza, e in particolare la violenza contro le donne, che rappresenta in base alle stesse regole del gioco il modo in cui accumulare punteggio e vincere la partita. Quello che dal 2012 è stato da più parti denunciato è che ‘Squillo’ evoca la fattispecie di istigazione a delinquere e di apologia del reato, in quanto esalta la commissione di gravi reati, come lo sfruttamento e l'induzione alla prostituzione, l'omicidio, la vendita di organi e lo spaccio di stupefacenti. Eppure – afferma la Pavanelli - il gioco continua a essere venduto e nel corso degli anni la gamma di offerta è stata ampliata con ‘Squillo pappa’ (prima edizione, esaurita), ‘Squillo deluxe’ e ‘Bordello d'oriente’, dove le squillo sono di nazionalità cinese, indiana, vietnamita, mongola, giapponese e thailandese”

Interrogazione sottoscritta dal gruppo M5S Senato

Tutto ciò non è più tollerabile. Per questo abbiamo presentato una interrogazione a prima firma Emma Pavanelli ai ministri dello sviluppo economico, dell'interno e delle pari opportunità per sapere quali iniziative intendano assumere per contrastare la diffusione e la vendita di giochi come ‘Squillo’ che sviliscono la donna nella sua dignità, alimentando una spirale di disprezzo che non può certo ritenersi estranea al dilagare dei fenomeni di sopraffazione e odio. La violenza sulle donne non è un gioco. Ricordiamocelo sempre”.

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