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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Ferrovia, acciaieria e piazza Tacito: come nacque l’idea della fontana e perché la scelta dello Zodiaco

Dagli archivi del Comune la storia che ha portato alla nascita del “Calamaio”. Ridolfi e Fagiolo nel progetto originale: “Segni zodiacali segnano il ciclo dell’acqua”

Prima l’arrivo della ferrovia, poi l’idea di realizzare un nuovo centro cittadino grazie all’incrocio tra corso Tacito e viale Brin, e da lì il nuovo Piano Regolatore e lo spostamento del monumento ai Caduti, che di fatto lasciò spazio proprio alla fontana. Questo il percorso storico che ha portato alla nascita dell’opera di Mario Ridolfi e Mario Fagiolo, in questi giorni di nuovo inaugurata dall’amministrazione comunale dopo gli ultimi lavoro di sistemazione. Un percorso che parte dal 1864, quando a Terni arrivarono i primi convogli alla stazione ferroviaria.  

L’anno seguente, nel 1865, l’architetto Benedetto Faustini iniziò a pensare a un nuovo modello di sviluppo per la città, anche in considerazione delle nuove esigenze che si stavano prospettando sotto il profilo delle infrastrutture. L’idea fu di progettare un rettilineo che spostava il centro della città a piazza Tacito, in cui si sarebbero incrociate la via dritta da Piazza Maggiore alla Stazione (Corso Tacito e il suo prolungamento) e la via del traffico industriale, ossia viale Brin. Percorso che portò nel 1880 all’apertura di Corso Tacito.

Su questo filone si inserisce l’acciaieria: nel 1881 Cassian Bon, imprenditore Belga, fondò la “Società degli Altoforni e Fonderia di Terni”, che diventò ben presto un riferimento per l’industria bellica. Nel 1922 la società si espanse anche nel settore energetico, trasformando la sua denominazione in “Terni Società per l’Industria e l’Elettricità“. E’ tra le due guerre che Terni decise di dotarsi del primo Piano Regolatore Generale e di nuove infrastrutture. Nel 1932 il Comune stabilì di trasferire il Monumento ai Caduti, opera dello scultore Giuseppe Guastalla (1927), da piazza Tacito a piazza Briccialdi, e di bandire un concorso nazionale per dotare piazza Tacito, quale crocevia principale della città, di una fontana come simbolo inneggiante all’energia idraulica e alla forza lavoro.

Il 9 agosto 1932 venne bandito il “Concorso nazionale tra ingegneri, architetti e artisti del Regno”. La commissione esaminatrice, formata dall’architetto Marcello Piacentini e dai critici d’arte Papini e Tridenti, scelse il progetto degli architetti Mario Ridolfi e Mario Fagiolo. Il significato metaforico dell’opera, descritto nella relazione artistica dei progettisti, illustra che l’acqua, scorrendo sul catino decorato a mosaico con i segni dello zodiaco, rappresenta la sorgente che “abbellisce e allieta di sua freschezza la natura”; quindi, precipitando nella seconda vasca a quota più bassa, allude all’intervento dell’uomo sull’elemento naturale a fini energetici. Il prodotto ottenuto è visualizzato dalla stele di acciaio che diventa, quindi, esaltazione del lavoro metallurgico e testimonianza della natura industriale della città. La scelta dei segni zodiacali a decorazione del catino, realizzati a mosaico prima con tessere vitree (1936) e poi, con la ricostruzione dopo i bombardamenti aerei del 1943, con tessere lapidee (1961) è suggerita “dall’intima relazione che intercorre tra essi e i mesi dell’anno che regolano la copiosità dell’acqua di precipitazione”.

I lavori iniziarono nel 1934 e prevedevano la realizzazione di una struttura in calcestruzzo armato, costituita da una prima fascia basamentale in granito, una corona circolare in porfido del gleno, che al tempo stesso offriva una seduta, un bacino con raggio interno di 6,10 metri, la cui decorazione fu affidata al giovane artista Corrado Cagli. Cagli progettò una decorazione musiva in tessere vitree, eseguita dalla ditta Salviati di Venezia, raffigurante i dodici segni zodiacali per una superficie complessiva di 180 metri quadri circa. Nel progetto anche la vasca interna in marmo di Carrara, con al centro l’ago in acciaio: celebrazione e simbolo dell’industria dell’acciaio e dell’acqua. Al di sotto del bacino si trovava la galleria per l’installazione dei macchinari elettrico ed idraulico per il funzionamento dei giochi d’acqua e per l’illuminazione. Il 21 aprile 1936 la fontana venne inaugurata. In seguito ai bombardamenti del 1943 la fontana venne quasi completamente distrutta, e intorno al 1950 si avviarono i lavori di ricostruzione affidati a ditte diverse da quelle che la realizzarono, ad eccezione dell’artista Cagli, cui venne riconfermato l’incarico della decorazione. Per la realizzazione della nuova decorazione l’artista cambiò i materiali e progettò la nuova fontana con tessere lapidee dando una versione completamente nuova dei segni dello zodiaco. Il nuovo mosaico fu realizzato dalla ditta Mosaici Marini Roma, come risulta leggibile sulla superficie musiva, appena al di sotto della scritta “1961 Cagli”. Il 24 giugno 1961 in occasione della 14° Festa delle Acque la fontana restaurata fu consegnata alla città.

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