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Frazioni di Terni, un patto di comunità per rilanciare le antiche municipalità: “Rafforzare il senso di appartenenza”

Gli obiettivi sono contenuti all’interno del Documento Unico di Programmazione: “Coinvolgere i soggetti privati nella realizzazione degli interventi, promuovendo lo svolgimento di attività integrate”

Un piano per la rigenerazione e l’animazione delle antiche municipalità. La missione dodici del Documento Unico di Programmazione è dedicata a quei territori che, alla vigilia della costituzione della Provincia di Terni (2 gennaio 1927), erano a tutti gli effetti municipi autonomi. Si tratta di Cesi, Collescipoli, Collestatte, Papigno, Piediluco e Torre Orsina di cui spesso ci siamo occupati, andando anche direttamente a parlare con i cittadini di tali località.  

Secondo quanto riporta il DUP: “Con l’attuazione del Piano integrato per la rigenerazione e l’animazione delle antiche municipalità e dei borghi, l'Amministrazione comunale intende porsi quale catalizzatore di risorse sociali ed economiche, promuovendo il coinvolgimento dei cittadini e delle associazioni. In particolare l’intento è di stringere un vero e proprio Patto di comunità per accrescere l'attenzione al decoro dei territori e rafforzare il senso di appartenenza”.

Come è possibile raggiungere tale finalità: “Attraverso la sensibilizzazione e il coinvolgimento dei tanti soggetti operanti a diverso titolo nel territorio ossia associazioni di categoria, associazioni di proprietari di immobili, associazioni di volontariato, singoli cittadini, associazioni o gruppi. Affrontare i problemi di sviluppo e di carattere socioeconomico, territoriale e ambientale propri dei borghi, per innescare processi innovativi e utilizzare in modo mirato le risorse disponibili, coinvolgendo i soggetti privati nella realizzazione degli interventi stessi e promuovendo lo svolgimento di attività integrate”.

Le motivazioni sulle quali spingere per realizzare gli obiettivi da perseguire: “Sviluppare occasioni di confronto e analisi per valutare il ruolo della comunità locale, in un momento di crisi economica che provoca la diminuzione delle risorse per le famiglie e per il tessuto economico, ma anche per gli Enti locali, soggetti, questi ultimi, chiamati sempre più a dare risposte a bisogni. Le scelte, anche le più piccole, sul tema della rivitalizzazione dei borghi vengono influenzate dalla carenza di risorse e dai vincoli di spesa. Necessario ripensare al modello di organizzazione e di offerta di servizi, con un maggiore coinvolgimento della cittadinanza nella cura e animazione dei borghi e dei territori di riferimento”.

Gli obiettivi: “Fornire un modello di analisi dei bisogni e di attuazione di scelte mirate e condivise, offrendo gli strumenti a chi può usarli in autonomia e aiuto a chi non ne è in grado. In quest’ottica il lavoro del Comune negli ambiti territoriali di pregio del territorio deve avvenire all’interno di una comunità solidale, con un forte senso civico, in grado di costruire relazioni interne, di sviluppare forti legami di appartenenza, che effettui scelte responsabili e sostenibili. Il cittadino, dunque, viene chiamato in prima persona ad essere responsabile per la valorizzazione dei beni comuni tradizionali ed evoluti”.

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