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“Fuori fuoco”, il carcere visto da dietro le sbarre: "Tutti abbiamo il diritto di essere riabilitati

Presentato alla Camera il docufilm realizzato dai detenuti della casa circondariale di Sabbione. La direttrice Pellegrini: abbiamo infranto un tabù

Le telecamere da strumento di controllo sono diventate uno strumento per riprendere liberamente. E far vedere il carcere da dietro le sbarre.

“Fuori fuoco” è il film realizzato da sei detenuti del carcere di vocabolo Sabbione – con la supervisione di Oreste Crisostomi – che ieri è stato proiettato alla Camera dei deputati, alla presenza del presidente Roberto Fico.

“A Terni – ha spiegato Chiara Pellegrini, direttrice della casa circondariale – non facciamo intrattenimento ma preferiamo orientare le risorse su progetti nei quali i detenuti possano dire qualcosa”. Così è nata l’idea di un film. “Così – continua Pellegrini – abbiamo infranto un tabù. Così abbiamo restituito ai detenuti la responsabilità dell’immagine di se stessi”. Anche col rischio di raccontare “’un’esperienza di non vita”. “Ma non c’è stato nessun taglio o censura”, precisa la direttrice.

L'iniziativa è stata promossa dal deputato umbro del Pd Walter Verini ed ha visto anche la presenza della vicepresidente del Senato, Anna Rossomando e di diversi parlamentari. Anche Terni era rappresentata ai massimi livelli con il sindaco Leonardo Latini, il vicepresidente della Regione Fabio Paparelli, il prefetto Paolo De Biagi.

“Non è stato facile – racconta Thomas Fischer, uno dei detenuti-registi – Sono 11 anni che sono in carcere, ho sempre fatto una vita omertosa, al di fuori della legalità. Però così possiamo testimoniare che una possibilità c’è”.

“Siamo passati dall’essere sorvegliati a sorvegliare – ha raccontato Erminio Colanero, un altro detenuto-regista – C’è chi dice che la civiltà di un Paese si misura dalla condizione delle sue carceri. Bene, allora oggi io posso dire questo: tutti possono sbagliare. Ma tutti noi abbiamo il diritto di essere riabilitati”.

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