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Cascata delle Marmore, il pasticcio del bando: tutti esclusi, ora tocca alle carte bollate

Le due Ati che hanno partecipato alla gara del Comune di Terni non rispondono ai requisiti necessari per la gestione del sito turistico. Pronti i ricorsi. Al Tar anche Coop culture

La domanda, senza risposta, è: ora cosa succede? La gara per l’affidamento della gestione dei servizi turistici della cascata delle Marmore è, di fatto, andata deserta. Le due Ati – capofila Alis e Umbria risorse – che hanno risposto al bando del Comune di Terni sono state escluse per irregolarità rispetto alla tipologia dei raggruppamenti. Ora la palla passa alle carte bollate, ma i ricorsi non risolvono il rebus su chi, da settembre, gestirà cascata e sito archeologico di Carsulae né su come sarà ora necessario procedere.

Il punto di rottura, come detto, riguarda, la tipologia dei raggruppamenti. Secondo i rilievi della commissione tecnica che si è riunita questa mattina, 17 maggio, le Ati hanno presentato raggruppamenti verticali anziché orizzontali. Significa che ognuno dei soggetti coinvolti rispondeva a determinate caratteristiche – chi è specializzato nel battellaggio, chi nella bigliettazione, chi nell’offrire i servizi di guida turistica etc – quando invece il bando prevedeva che ognuno dei concorrenti possedesse tutte le caratteristiche tecniche necessarie.

Qui si addensano le prime ombre perché sembra che prima della presentazione delle offerte siano state avanzate al responsabile del procedimento richieste di chiarimento circa la natura delle Ati. Richieste alle quali non sarebbero però arrivate conferme dirette, salvo sollecitare una lettura attenta del capitolato di gara. Insomma, la risposta è stata: è scritto nel bando, è tutto chiaro.

Tutto chiaro però non era. Visto non solo l’esito della gara ma anche in considerazione del fatto che questo elemento di incertezza è stato tra i punti oggetto del ricorso che la società Coop culture ha presentato di fronte al tribunale amministrativo dell’Umbria, chiedendo anche la sospensiva della gara (non accolta) e che verrà discusso mercoledì a Perugia.

Sembra, così come rimbalza fra i corridoi di Palazzo Spada, che lo stesso sindaco Latini avrebbe chiesto chiarimenti su questo dettaglio e che l’esito della gara sia stato mal digerito dal primo cittadino.

A questo si accoderà il ricorso che Alis si sta apprestando a predisporre e quello che, probabilmente, presenterà anche Umbria risorse per ottenere la riammissione alla gara.

Una battaglia tecnico-amministrativa che lascia scoperto il cuore della questione: l’attuale gestione di Vivaticket si protrarrà fino a settembre. Nel frattempo si dovrà capire se sarà necessario riproporre il bando col rischio che una eventuale decisione del Tar ribalti ancora la situazione. E con un’incognita ancora più grande: quali e quante imprese rispondono effettivamente ai criteri previsti dal bando per cascata e Carsulae? “Forse un paio in Europa”, dicono gli addetti ai lavori. Che però alla gara non si sono fatte avanti. E siamo punto e daccapo.

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