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La giostra a cavalli del Settecento saluta Terni: “Scelta dolorosa. Trasferimento dettato da condizioni irresistibili”

Il titolare ha optato per il trasferimento a Torino: “Andandosi ad insediare su un’area concessa o di proprietà di un centro commerciale della Juventus”

Un Natale senza giostra, in pochi se lo sarebbero aspettati. La decisione, comunicata dal titolare al vicesindaco Andrea Giuli, è stata accolta con stupore ed un pizzico di dispiacere dalla comunità. Era infatti diventata piacevole consuetudine, poterla ammirare in tutto il suo splendore. Farci un giro all’interno o magari da fuori osservandone tutte le peculiarità, per qualche minuto. Purtroppo però, anche a seguito della diffusione dell’emergenza sanitaria e l’incertezza dettata dalle contingenze economiche, è stata adottata tale scelta. La giostra a cavalli del Settecento saluta Terni per trasferirsi a Torino. La novità era stata annunciata dai colleghi del Messaggero e ha trovato in Andrea Giuli, vicesindaco ed assessore alla cultura, una risposta a tutto ciò.

“l titolare della giostra – afferma Giuli - è venuto in ufficio per comunicarmi la scelta col dolore nel cuore, quasi giustificandosi e spiegandomi tutto, dicendo che non avrebbe potuto fare altrimenti, anche considerando gli scarsi o nulli incassi del 2020 a causa del Covid. Il trasferimento a Torino è dettato da alcune condizioni oggettivamente irresistibili. Nello specifico la totale esenzione della tassa occupazione suolo pubblico; la totale esenzione di qualsiasi costo di allaccio e di utenza dell’energia elettrica. Inoltre l’ntero incasso lasciato al titolare giostraio e 40mila euro di incentivo da mettere in aggiunta a tutto questo, a favore dell’esercente medesimo”.

Il trasferimento temporaneo

“La giostra si insedierà, se non ricordo male, su un’area concessa o di proprietà di un centro commerciale della Juventus. Il che comporta altri importanti vantaggi facilmente intuibili. Insomma – riassume il vicesindaco - tutte condizioni che il comune di Terni a causa essenzialmente del dissesto (per attività commerciali è fuorilegge esentare il suolo pubblico, tanto più per un Comune in bancarotta) non si poteva assolutamente permettere. Tant’è. La giostra tornerà il prossimo anno. Io, da appassionato del Natale, e lo scorso anno credo di averlo dimostrato, sono più dispiaciuto di voi. In ogni modo, anche senza giostra, il Natale di Terni ci sarà. E sarà come minimo dignitoso. Se ce lo lasceranno fare”. Constatazione finale del vicesindaco.

Il punto di vista di Michele Rossi

“Come battuta si potrebbe dire che a conti fatti conviene mettersi a fare il giostraio a Torino. Ed è quindi comprensibile la scelta del nostro amico” dichiara il capogruppo di Terni Civica. “Leggo molti commenti su questa vicenda e capisco quanto sia difficile, per chi non è tutti i giorni in comune, comprendere le oggettive impossibilità amministrative di tipo economico.

Certo è che un giorno si dovrà fare l'elenco delle conseguenze concrete fin qui prodotte dalla situazione di dissesto in cui è stato portato il nostro comune. Un lungo elenco delle tante rinunce che questa nostra città ha dovuto subire. Questo è solo l'ennesimo ed ultimo caso (in altra situazione si sarebbe potuto, come incentivo, esonerare il giostraio dal pagamento dall'occupazione di suolo pubblico o dell'allaccio e fornitura elettrica ma per legge ad un comune in dissesto non è permesso).

La realtà è che il dissesto nonostante sia stato, con grande sforzo contabile, appianato continueremo oltre che a pagarlo anche a subirlo con i suoi vincoli e ristrettezze per i prossimi anni. Altre rinunce inevitabilmente ci saranno – conclude e precisa Rossi - nonostante gli aiuti economici che si sapranno intercettare e lo sforzo di idee che ogni giorno si continuerà a mettere in campo. Queste ultime ci stanno permettendo comunque di fare moltissime cose e di migliorare la città che ci è stata lasciata".

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