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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Una giovane scrittrice ternana si racconta: “Fare tesoro dei consigli e non prendersela mai oltre ad avere ottime basi grammaticali”

“Il talento non guasta ma la scrittura è uno strumento che si può affinare con tecnica ed esercizio”. La testimonianza di Ilaria Alleva “I beta readers sono fondamentali se persone sincere e spietate”

Una passione che nasce da lontano: Ilaria Alleva è una ragazza amante della scrittura e, nonostante la sua giovane età, ha già prodotto autonomamente un centinaio di poesie, più di quaranta racconti, due romanzi oltre a svariati articoli elaborati all’interno di una rubrica di una testata locale: “Scrivere mi è sempre piaciuto, non ricordo esattamente quando ho iniziato, ma ricordo alcune tappe – afferma Ilaria - Alle elementari ci furono due temi in particolare. Uno sullo sfruttamento dei bambini nell’industria tessile nel sud est asiatico e uno sulle disparità sociali nell’antica Roma.

Ricordo che scrissi un sacco di pagine (per l’età che avevo, insomma). Capii di avere un potenziale alle medie: alla riconsegna del primo compito di italiano, in cui avevo parlato delle vacanze e dei miei amici di Montasola - paese in cui spendo gran parte delle mie estati - la professoressa Lida De Santis lodò le mie descrizioni in merito.

Qualche tempo dopo, leggendo un compito che avevo fatto sulla descrizione di una giornata al mare, ricordo che la mia classe, piuttosto vivace, era piombata nel silenzio e una mia compagna mi chiese di rileggere perché le era sembrato di trovarsi sulla spiaggia. In quegli anni, infatti, ho scritto il mio primo romanzo, “Ali di angelo”.

Il supporto della mia insegnante di italiano – afferma - è stato fondamentale. Ma devo dire che non sarebbe stato possibile niente di tutto questo se i miei genitori non mi avessero fatto apprezzare la lettura e se mia zia non mi avesse fornito una vasta biblioteca con cui affinare i miei gusti. Credo che le due cose vadano di pari passo: puoi essere un lettore senza scrivere, ma non puoi essere uno scrittore senza essere anche un lettore.”

Ispirazioni e curiosità

“Il più delle volte mi ispiro alle mie emozioni, a quello che sto guardando o leggendo in quel momento, a quello che mi capita. Più in generale a ciò che conosco. Spesso prendo ispirazione dai sogni che faccio (me li ricordo abbastanza bene), ed è per questo che scrivo molte storie dark. Non è raro di avere incubi molto elaborati. Anche quando produco racconti di genere fantastico – sottolinea Ilaria - cerco sempre di infilare la mia quotidianità, per dare tridimensionalità alla storia.

Ad esempio il romanzo “Ali di angelo” è ambientato a Terni. Una sorta di rapporto amore/odio, perché c’è molto di me forse un po’ troppo. All’epoca non ero ancora capace di mettere distanza tra quello che sono e i miei personaggi, tanto che la protagonista si chiama quasi come me e fisicamente mi somiglia molto. Ma non direi che sono io. Comunque, se lo rileggessi oggi, cambierei ogni virgola. Penso sia normale però: il mio stile di oggi è molto diverso e sicuramente molto più maturo, anche se ho ancora parecchia strada da fare. E’ stato un traguardo importantissimo, una cosa di cui sono grata, anche uno scoglio pesante con cui confrontarsi, dato che il seguito che ho pubblicato in self publishing come ebook ha avuto poco successo.

Qualche volta è bello essere la ragazza che ha pubblicato un libro a quindici anni. Tuttavia è difficile pensare che nei successivi nove non sia più riuscita a star dietro a un romanzo. Spero che l’ispirazione (e il tempo) per un libro nuovo arrivino il prima possibile. Nel frattempo continuerò con la narrativa breve e con la poesia.

Tra le molte composizioni in versi quelle a cui tengo di più sicuramente sono “Compagni di sventura”, “I colori dell’inverno”, “Sul ciglio del crepuscolo”, “Didone” e “Tips”, legate a tre persone diverse che sono state importanti per me a livello sentimentale, e “Je suis Paris” e “Senza futuro” che invece sono socialmente impegnate, dedicate all’attentato di Parigi del 13 novembre e al fenomeno delle migrazioni.

I riconoscimenti ottenuti

“I più importanti sono stati sicuramente le varie pubblicazioni, in primis quella di “Ali di angelo” del 2012 (che ha ricevuto anche il Primo Premio sezione Studenti del Logo d’Oro), poi quella di “A.A.A. principe azzurro cercasi”, racconto arrivato terzo nell’antologia “Amore Contemporaneo”. Inoltre quella di “Incidente temporale”, inserito all’interno della raccolta “Cieli Freddi”, quella di “WhereWolf” nella raccolta “Halloween all’italiana 2017”, se parliamo di narrativa.

Per le poesie invece i premi più importanti sono stati sicuramente i primi, le menzioni speciali del Premio San Valentino per “Solo” e “Non ancora vissuto” (le mie primissime composizioni in versi) e il Primo Premio sempre del Logo d’Oro per “Il giardino delle anime”. Ho vinto anche un Primo Premio per un articolo di giornale all’interno di un concorso per studenti indetto dall’Associazione morale e culturale Festa della Maternità nel 2013”

Cosa occorre per elaborare un buon testo

“Innanzitutto l’umiltà perché ti serve per imparare. C’è sempre chi ne sa più di te, quindi fai tesoro dei consigli e cerca di non prendertela. Poi, come dicevo, ci vogliono ottime basi innanzitutto grammaticali. So che può sembrare scontato, ma non lo è. Faccio parte della giuria del Terni Horror Fest da un paio d’anni ormai, e quasi sempre i racconti che premiamo non solo hanno delle ottime idee alle spalle, ma anche un’ottima stesura.

Personalmente tendo a penalizzare parecchio uno scritto con una buona idea ma senza un’impostazione linguistica adeguata, un po’ per deformazione professionale, un po’ perché non riesco poi a concentrarmi sulla storia e a godermelo. Il talento non guasta, ovviamente, ma la scrittura è uno strumento che si può affinare con tecnica ed esercizio. La creatività è altrettanto importante, ma ci sono diversi trucchetti per stimolarla, oltre alla lettura che, non mi stancherò mai di ripeterlo, dovrebbe essere pane quotidiano per il cervello di ogni scrittore o aspirante tale”.

Gli ultimi consigli utili alla causa: “C’è sempre bisogno dei beta readers, persone che leggono i tuoi lavori e che siano sincere e spietate. E se non hai nessuno che ti legge fisicamente, buttati sulle piattaforme virtuali. Writer’s Dream è un’ottima palestra, ad esempio. Studiare, studiare, studiare, ascoltare, ascoltare, ascoltare. Questi sono i consigli che seguo in prima persona. Infine ci sono sicuramente personalità più autorevoli che avranno detto di più e di meglio sull’argomento”.

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