Obbligo Green pass al lavoro, l’iniziativa del sindacato: “Convenzione per effettuare il tampone rapido o test sierologico”
L’annuncio di Fismic Confsal nella persona del segretario Giovacchino Olimpieri: “Tuteliamo i nostri iscritti che hanno deciso di non sottoporsi al vaccino”
Tendere una mano ai propri iscritti che hanno deciso di non vaccinarsi. L’iniziativa di Fismic Confsal è annunciata dal segretario provinciale Giovacchino Olimpieri, in prossimità dell’ormai nota scadenza di venerdì 15 ottobre. Da quel dì infatti scatterà l’obbligo di presentare la certificazione verde per potersi recare sul luogo di lavoro. A tal proposito, nelle ultime ore, sono state pubblicate delle FAQ esplicative sui DCPM firmati dal Presidente del Consiglio Mario Draghi.
“Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge del 16 settembre con il quale ha introdotto, dal 15 ottobre al 31 dicembre, l’obbligo per i dipendenti pubblici e privati di possedere ed esibire, su richiesta, la certificazione verde Covid19 per accedere nei luoghi di lavoro” ricorda il segretario della Fismic Confsal. Ed ancora: “Il sindacato non ha competenze né ruoli in campo scientifico e sanitario. Tuttavia ha un compito ben preciso: quello di evitare qualsiasi tipo di discriminazione nei luoghi di lavoro. Fermo restando che fare o non fare il vaccino è una libera scelta prevista dalla Costituzione ed il Governo non ha ritenuto le condizioni per sospendere tale libertà. L’imposizione del Green pass, per accedere nei luoghi di lavoro, non può essere trasformata in un obbligo mascherato. Di fatto – affermano dalla sigla - il requisito comporta l’alternativa tra il vaccino e l’effettuazione dei ricorrenti test antigenici a pagamento con consistenti costi mensili che gravano su stipendi già esigui”.
Pertanto secondo Fismic: “Oltre che una discriminazione si tratta di un vero e proprio paradosso che i lavoratori debbano pagare per poter lavorare”. L’annuncio: “Abbiamo dunque attivato una convenzione per il prelievo di tamponi relativi a test sierologico e/o test rapido, a tutela dei nostri iscritti che per scelta personale hanno deciso di non vaccinarsi. Pertanto li invitiamo a contattare la nostra struttura”. A due giorni da tale scadenza c’è comprensibile fermento per capire come si evolverà la situazione.