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Il caso di Barbara Corvi sotto la lente della commissione antimafia regionale

Durante la riunione dell'osservatorio sulla criminalità interno alla commissione, è stata audita la sorella di Barbara Corvi e approfonditi alcuni passaggi della prossima legge regionale antimafia

Il caso di Barbara Corvi - la donna di Amelia scomparsa il 27 ottobre del 2009 - sul quale si sono riaperte le indagini la scorsa estate con l'iscrizione sul registro degli indagati del marito, Roberto Lo Giudice assieme al cognato Maurizio accusati di omicidio e occultamento di cadavere, sono arrivate sul tavolo della commissione antimafia regionale. 

Nella riunione che ha avuto luogo venerdì 18 dicembre, coordinata dal presidente dell'osservatorio contro la criminalità della commissione, Walter Cardinali, è stata ospitata “l’importante testimonianza di Monica Corvi, sorella di Barbara. L’Osservatorio nel ribadire vicinanza e sostegno alla famiglia, si impegna a rafforzare le reti in supporto alla richiesta di verità e giustizia, e ad organizzare  incontri istituzionali e pratiche concrete di affiancamento e sostegno. ‘Dov’è Barbara’ è la domanda che noi tutti rivolgiamo ai colpevoli e che è diventata anche un monito forte verso tutta la società umbra e non solo”.

“Durante la seduta – si legge nella nota - sono state approfondite le tematiche relative alla nuova legge regionale antimafia. Proprio per contribuire alla sua stesura l’Osservatorio, in continuità con gli impegni presi, sta lavorando in costante confronto con l’avvocato Enza Rando (vicepresidente Libera Nazionale) alla elaborazione di procedure e pratiche innovative per l’accoglienza e l’accompagnamento di donne, famiglie e minori che intraprendono percorsi di allontanamento da contesti di tipo mafioso”.

“La legge regionale antimafia – spiega Rondini, consigliere presidente della commissione - è in fase di elaborazione e diventerà uno strumento comprensivo di tutte le dimensioni del fenomeno, anche grazie al contributo dell’Osservatorio”.

“Una società che diventa più fragile - sottolinea infine la vice presidente Meloni - ha bisogno urgente di strumenti più forti, istituzionali e culturali. Porremo grande attenzione ai processi educativi comunitari perché è necessario investire ancora nell’educazione alla legalità e nella trasparenza”.

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