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Il Cts del governo tuona: "Le scuole vanno riaperte. Chi le lascia chiuse si prenderà le proprie responsabilità"

Duro attacco dei membri del Comitato tecnico scientifico del governo che, in un documento, ravvisano l'importanza di riaprire le superiori. Anche l'Umbria fra le regioni sotto accusa

Secondo il Comitato tecnico scientifico del governo - e come indicato dal Dpcm del 14 gennaio per le regioni in zona gialla e arancione - le scuole superiori possono essere riaperte per garantire le lezioni in presenza nella misura del 50% e fino al 75% del monte ore. I governatori che proseguiranno a lascarle chiuse, tuonano i membri del comitato, se ne assumeranno la responsabilità.

La riunione con il Cts, come fa sapere il Corriere.it, è stata chiesta dal governo per poter verificare ulteriormente la possibilità di un ritorno in classe degli studenti delle scuole secondarie. Alcuni governatori, fra i quali la presidente della regione Umbria Donatella Tesei, nonostante quanto indicato dal Dpcm, vorrebbero tenerle chiuse, e altri hanno già preso decisioni in questo senso.

Le norme sulla scuola nel Dpcm in vigore

Secondo le norme contenute nel Dpcm (qui il comunicato del ministero dell’Istruzione), a partire da lunedì 18 gennaio su tutto il territorio nazionale tranne che nelle regioni o province autonome in zona rossa (ad oggi sono Lombardia, Sicilia, Provincia autonoma di Bolzano), le scuole secondarie di secondo grado svolgeranno l’attività didattica in presenza dal 50% al 75%, fatte salve le diverse disposizioni individuate da singole regioni.

La restante quota oraria di attività didattiche si svolgerà a distanza. Nulla cambia per i servizi educativi per l’infanzia, per le scuole per l’infanzia, per la primaria e le scuole medie, che continuano a svolgersi in presenza nelle regioni in zona gialla e arancione.

La riapertura in Umbria

Ad oggi, in base alle ordinanze regionali, dovrebbero rientrare il 25 gennaio, ovvero tra una settimana, solo gli studenti delle superiori in Umbria.

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