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Imprenditrice ternana raddoppia, nuova attività ed ampliamento: “Atmosfera familiare caratterizzata da convivialità e tradizione”

Il racconto di Caterina Casadei: “Puntiamo su un locale storico della città per creare un ambiente di lavoro più comodo ed anche confacente alle esigenze della nostra clientela”

Una scelta ponderata nel tempo e – sotto certi punti di vista – anche piuttosto coraggiosa, evocando lo scenario del momento, condizionato dai rincari delle bollette. La giovane imprenditrice Caterina Casadei ha optato per una duplice soluzione: trasferire ‘Il Vinaio’ nel locale dell’ormai ex Placebo e mantenere lo stabile che attualmente occupa l’attività di ristorazione tramutandola in un bistrot. I lavori ormai procedono da settimane e la curiosità naturalmente aumenta, non solo tra i numerosi clienti che può annoverare.

Alla redazione di www.ternitoday.it racconta i primi passi compiuti da ‘Il Vinaio’ che ora si appresta, entro il mese di ottobre molto probabilmente, al trasferimento e contestuale ampiamento: “Inizialmente una enoteca. Correva il giugno 2009 quando Michele Loiacono, insieme a mia mamma Tania Spadoni decisero di dar vita a questo nuovo progetto. Iniziai a lavorare come collaboratrice per poi rilevare l’attività, nel corso del 2010, ampliando l’offerta alla ristorazione. Il locale deteneva una sola sala. A distanza di un anno e mezzo poi decidemmo di allargarci con una seconda stanza. Se durante l’estate abbiamo la possibilità di sfruttare i tavoli all’aperto, per i mesi più freddi non si riusciva a contemperare a tutte le richieste. Ce ne siamo accorti con il passare del tempo. Specialmente nelle ultime due stagioni estive, successive al superamento delle restrizioni dettate dalla pandemia, quando – per incoraggiare la ripartenza post Covid - ci è stato concesso maggiore spazio, grazie all’ampliamento del suolo pubblico. Pertanto i clienti aumentavano ma non potevamo accontentare tutte le potenziali prenotazioni”.

Da qui la scelta dell’ex Placebo: “Lavorativamente parlando per noi le comodità saranno molteplici. Una cucina più grande, spazi più ampi per un ambiente di lavoro complessivamente maggiormente confacente alle nostre esigenze e soprattutto della clientela. Naturalmente tutto ciò comporterà anche un incremento del numero del personale”. Le criticità: “Durante l’inverno è capitato, tante volte, di dover declinare delle richieste relative a cerimonie, cene aziendali per mancanza di spazio. La nostra è una cucina basata sulla tradizione ed abbinata a varie etichette di vino, rigorosamente ‘made in Italy’, con una buona parte dedicata alle cantine dell’Umbria. Dopo tredici anni – afferma Caterina – il brand si è sicuramente cimentato ed affermato e la clientela fidelizzata. Anche mediante passaparola o consigli forniti dagli albergatori della zona, ospitiamo anche turisti o lavoratori in trasferta”.

Ampliamento de Il Vinaio: “Ci pensavo da circa un anno. Subito dopo la pandemia la ripresa – aggiunge l’imprenditrice – è stata evidente, quantomeno da ciò che ho potuto constatare. Tuttavia la condizione era una sola ovvero prendere gli spazi dell’ex Placebo perché non mi sarei spostata in nessun’altra parte della città. Ad esempio il laboratorio è grande quanto metà dell’attuale locale, così come la cucina sei volte più grande di quella utilizzata al momento. Tutto ciò consentirà anche di lavorare con delle attrezzature diverse, mediante un servizio più snello, confortevole andando a proporre anche ulteriori tipi di cotture. L’atmosfera familiare caratterizzata da convivialità e tradizione la vogliamo mantenere quando ci trasferiremo. E’ il nostro obiettivo preponderante”.

Ed il ‘vecchio’ Il Vinaio?: “Diventerà un bistrot. L’intenzione è quella di inserire delle figure professionali che lo possano gestire. Ho ricevuto varie offerte ma la mia decisione, anche per questioni puramente affettive oltre che di natura commerciale, è quella di mantenere anche il locale attuale. Stiamo valutando come organizzarlo, magari aprendo a pranzo e proporre un’apericena di qualità”. Infine un giudizio sulle contingenze economiche: “A mio avviso da qui a breve succederà qualcosa altrimenti il rischio di vedere chiudere le attività commerciali è concreto. Dopo tredici anni l’entusiasmo è vivo, forte come la voglia di fare, tenersi attivi, progettare il futuro attraverso nuovi stimoli. Il lavoro è faticoso, dato che impegna ed assorbe la giornata non solo da un punto di vista meramente fisico. Tuttavia la soddisfazione più grande è quella che può donarti il cliente apprezzando ciò che si fa”.

A proposito di clienti. Come hanno reagito? “La maggior parte ha salutato con entusiasmo e curiosità la decisione di allargarci e spostarci. Alcuni sono rimasti titubanti poiché ancorati e fidelizzati al posto d’origine. Tuttavia – conclude – la sfida è quella di riuscire a far percepire la medesima atmosfera e sono sicura che ci riusciremo”.

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