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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Smog e tumori, il mistero dei soldi “scomparsi”: “Fondi al Comune di Terni che non ha prodotto risultati”

Poco meno di centomila euro per uno studio epidemiologico, l’assessore regionale Luca Coletto: “Non sappiamo cosa sia successo”. L’intervento di Thomas De Luca (M5S)

Una delle ultime tracce si trova in una nota ufficiale del Comune di Terni datata 12 dicembre 2018 in cui si spiegava che l’obiettivo del “tavolo” condiviso fra Palazzo Spada, amministrazione comunale di Narni, Usl Umbria 2, ordine dei medici, Regione Umbria e così via era quello di “fornire un supporto concreto e fattivo al progetto NeoConca, per ottenere entro il 2019 i primi risultati sulle possibili correlazioni tra l’inquinamento atmosferico e quello riconducibile al SIN Terni-Papigno e gli eccessi di patologie respiratorie e cardiovascolari evidenziate dallo studio Sentieri”.

L’altra mattina, 21 giugno 2022, rispondendo ad una interrogazione del consigliere regionale del Movimeto 5 Stelle, Thomas De Luca, su screening oncologici e legami tra salute e inquinamento, l’assessore Luca Coletto ha spiegato che “i fondi per lo studio epidemiologico della Conca erano stati dati al Comune di Terni che non ha prodotto risultati per cause che non conosciamo”.

Si tratta di poco meno di centomila euro (97mila e 500, per la precisione) tra i fondi messi a disposizione nell’ambito dell’accordo di programma con il ministero dell’ambiente per le azioni di risanamento ambientale della conca Ternana.

Se ne parla nella scheda numero 12 che è appunto dedicata al progetto NeoConca di cui Terni è comune capofila. “Stante le evidenze e le indicazioni dello studio epidemiologico Sentieri riguardo le criticità ambientali della conca ternana e l’incidenza di determinate patologie sulla popolazione residente” il progetto prevede la “realizzazione di un approfondimento epidemiologico analitico (studio di coorte residenziale) finalizzato a stimare il rischio sanitario associato all’esposizione a inquinamento atmosferico”.

Il cronoprogramma prevedeva che lo studio venisse realizzato “dal primo semestre 2020 al secondo semestre 2021” e avrebbe dovuto consentire l’individuazione “ degli impatti degli inquinanti atmosferici sulla salute sulla popolazione della conca ternana per l’attuazione di politiche di prevenzione”.

Un obiettivo importante, anche se a fronte di un investimento che - messo ad esempio a confronto con i 450mila euro per “informare, formare e supportare comportamenti e interventi a basso impatto sulla qualità dell’aria - crea qualche perplessità. Ma questa è un’altra storia.

Sta di fatto che, per bocca dell’assessore Coletto, i soldi ci sono ma lo studio epidemiologico no.

“Comunque - ha aggiunto Coletto - c’è stata una riunione in cui il servizio prevenzione regionale si è proposto per organizzare uno studio del rischio come suggerito dal rapporto Sentieri. E tutti si sono detti d’accordo. Il servizio ha contattato l’Università di Perugia. Ad oggi, con un delegato del Rettore, stiamo lavorando ad un accordo con l’università per uno specifico studio epidemiologico, per poi basare i piani di screening sui risultati”. Insomma, si farà. Ma non ora.

thomas de luca screening oncologici-2“In due anni e mezzo la giunta Tesei non ha mai pensato di procedere con gli screening oncologici richiesti dallo Studio Sentieri per gli eccessi di tumore alla mammella, tumore al cervello e tumori di tutti i generi in età pediatrica riscontrati nel territorio ternano. Un atteggiamento vergognoso e intollerabile – commenta De Luca - Non serve un nuovo studio perché i dati già ci sono e sono proprio quelli dell’Istituto superiore di sanità che certificano a Terni un eccesso di tumori alla mammella del 16%, un rischio di cancro al cervello maggiore nei lavoratori delle fonderie e un eccesso del 36% di tutti i tumori in età pediatrica. In una regione normale, di fronte a tutto questo, le istituzioni sanitarie metterebbero in campo ogni strumento necessario per salvare vite umane. In Umbria, invece, gli studi possono essere tranquillamente ignorati e così anche le attività volte ad accertare le cause e porre in essere le relative azioni di prevenzione. In compenso, la Regione spende 400 mila euro del Ministero dell’Ambiente per convincere i cittadini che l’inquinamento nella conca ternana è colpa di caminetti e stufe a legna”.

“Se a Terni è ormai acclarato che ci si ammala e si muore per l’inquinamento di più che in altri territori – conclude il consigliere regionale - perché i vertici della sanità regionale ignorano tale evidenza? Perché la Regione Umbria non tiene in massima considerazione la tutela della salute dei cittadini? Non vogliamo una Regione che fa gli interessi delle lobby dell’incenerimento anziché puntare su un modello di gestione basato sull’economia circolare. Vogliamo una Regione che garantisca le necessarie attività di screening e prevenzione, vogliamo che i nostri figli possano continuare a vivere”.

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