rotate-mobile
Attualità

Inquinamento a Terni, il Comitato No inceneritori: Arpa guardi ai “caminetti” più grandi

L’intervento: è sorprendente che nonostante un decennio di lotte ambientali si cerchino ancora di ricondurre le principali responsabilità a carico dei comportamenti dei cittadini

Riceviamo e pubblichiamo una nota diffusa dal Comitato No inceneritori di Terni in merito alla situazione ambientale della conca ternana e alle presunte matrici inquinanti.

----------------------------------------------

È davvero sorprendente come nonostante un decennio e oltre di lotte ambientali e importanti studi scientifici abbiano portato alla luce criticità e conseguenze sulla salute dell’inquinamento nella conca ternana, mettendo fine a veti e mistificazioni, si cerchino ancora di ricondurre le principali responsabilità a carico dei comportamenti dei cittadini.

Eppure è stata proprio la simultanea presenza di un grande impianto siderurgico e di un inceneritore capace di bruciare più di 100.000 tonnellate annue di rifiuti a focalizzare l’attenzione e le ricerche di istituti ed università sul nostro territorio.

Oltre al lascito di una storia industriale fatta di contaminazioni di aria, acqua e suoli, due impianti che si annoverano fra i principali produttori di anidride carbonica e particolato fine.

Non ci risulta però che il ruolo dei grandi inquinatori sia stato menzionato fra le cause dell’ennesimo anno di sforamenti.

Continuiamo a sentir dire che Le Grazie sono in cima al problema, senza che però si sia effettuata una seria indagine sulle cause in tutti questi anni, quando invece i dati riscontrati a Maratta non sono da meno; ma forse lì si ipotizza già quale sia il problema.

E se i livelli di cromo e nichel rilevati a Carrara sono paragonabili solo a quelli della stazione di Prisciano, dobbiamo forse pensare che sia a causa dei riscaldamenti?

Vogliamo davvero credere che sia possibile ridurre la complessità e le cause dell’inquinamento all’accensione di un caminetto?

Se così fosse, non avrebbe senso predisporre delle autorizzazioni integrate ambientali che limitino le emissioni dei grandi produttori di rischio, tanto varrebbe metterle a carico degli impianti domestici.

È dunque anche questo tipo di narrazione, volta a colpevolizzare oltremodo comportamenti individuali di carattere primario, a non soddisfarci.

Forse qualcuno si sente più vicino agli inquinatori che agli esposti e certo è più facile prendere provvedimenti contro questi ultimi, piuttosto che andare a toccare gli interessi del caminetto più grande.

State pur certi però che “anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”.

Si parla di
Sullo stesso argomento

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Inquinamento a Terni, il Comitato No inceneritori: Arpa guardi ai “caminetti” più grandi

TerniToday è in caricamento