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Barbara Petronio, da Distretto di polizia e Romanzo criminale al David di Donatello: “Legata a Terni che può rilanciarsi nel cinema”

La sceneggiatrice originaria di Terni: “A breve uscirà il mio ultimo lavoro. Una grande sfida per un genere che appassiona tantissimo”

Una stella luminosa brilla nel cielo del cinema internazionale. Numerosi i successi ottenuti nel corso di una carriera che l’ha vista conquistare uno dei riconoscimenti più importanti, a livello cinematografico. Alla redazione di www.ternitoday.it abbiamo avuto il piacere di intervistare Barbara Petronio, sceneggiatrice, scrittrice showrunner e vincitrice, nel 2017, del David di Donatello per la miglior sceneggiatura originale di Invisibili.

 “Sono nata a Terni seppur la mia famiglia non sia originaria del territorio” esordisce la professionista. “Dopo aver completato gli studi in città decisi di iscrivermi all’università di Roma. A partire dalle scuole elementari ho maturato una passione sfrenata per racconti, film, romanzi e fumenti. Ho dunque optato per storia del cinema, completando un percorso di laurea in lettere. Poiché l’approccio era molto teorico mi sono iscritta a due corsi di scrittura. Da lì è iniziato un percorso che mi ha portato a restare nella capitale e tornare a Terni per riabbracciare i familiari”.

La prosecuzione: “Ho sostenuto dei colloqui di lavoro, con dei produttori. Faccio riferimento – sottolinea – a circa vent’anni fa. Cercavano dei giovani talenti da inserire. Poi ho avuto l’opportunità di conoscere Pietro Valsecchi e da lì è iniziata la gavetta. Ho completato una prima sceneggiatura per poi collaborare in esclusiva con lui. Una volta terminata tale esperienza ho proseguito a lavorare profondendo il massimo impegno. Non solo sceneggiature poiché andavo sul set, prima dei grandi successi ottenuti”. Per Barbara Petronio -tra gli altri - la firma su Distretto di polizia 3 e 4; Ris Delitti imperfetti (dal 2005 al 2008); Squadra mobile (la serie televisiva); Romanzo criminale (la serie); Suburra (la serie). Le ultime, sono in ordine temporale, Alfredino – una storia italiana e la serie A casa tutti bene, per citarne alcune. “Faccio produzione esecutiva, progetti e casting e dato vita ad una società di produzione. L’intenzione è di avere sempre più controllo sul prodotto realizzato”.

Ispirazioni: “Ogni serie, ad esempio, ha un suo percorso. Per citare Romanzo Criminale o Suburra avevano un libro o film sul quale prendere spunto. Pertanto il lavoro si è concertato sulla ri-immaginazione. Una sfida interessante, il passaggio dal romanzo al film, alla serie andando ad esplorare il materiale narrativo. Nel caso di idee originali l’ispirazione è molto casuale: leggo, vedo, osservo magari partendo da un’immagine. La ricetta unica non c’è. Anche l’esperienza vissuta può far scaturire una storia”.

Una particolarità che contraddistingue Barbara Petronio: “Sono l’unica che va a ficcare il naso sul set. Lo showrunner è una figura che in Italia non si era sviluppata in passato. E’ molto importante scegliere il cast, parlare con lo scenografo e dare un orientamento al racconto. Sbagliando le scelte come, ad esempio, non capendo il tono della narrazione poi il prodotto perde di brillantezza. Sotto questo punto di vista – aggiunge – sono una pioniera nel settore”.

Il debutto con Distretto di polizia ed il grande successo ottenuto con Romanzo Criminale: “Spero che ogni lavoro venga apprezzato come Romanzo Criminale, di cui tanti ancora parlano e mi parlano. Ogni momento ha il suo picco emotivo e la sua forza emozionale”.

La città di Terni ed il territorio circostante? Nella quotidiana di Barbara Petronio che importanza rivestono? “Il mio compagno, per ironia della sorte, ha una casa in campagna ad Amelia. Sono molto legata a Terni e conservo ancora tanti amici. Il sindaco era uno dei miei compagni di classe. Tornerò presto per presentare il libro ‘Neve rossa’ uscito due mesi fa e sto cercando di capire se farne anche una serie”.

Il pensiero di Barbara Petronio sul capoluogo, da un punto di vista cinematografico: “Deve rilanciarsi con l’industria audiovisiva. C’è una grande attenzione all’estero anche per le grandi bellezze detenute in Italia. Dunque è necessario tirare fuori dei talenti. Per La vita è bella ho ricoperto, ad esempio, l’incarico di assistente volontaria. Ci sono delle strutture importanti che vanno rivalutate. Deve essere fatto uno sforzo ed impegnarsi nel dare spazio ai talenti artistici. Occorre – conclude – rimettersi in carreggiata”.

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