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Javid e gli afgani a Terni: “Paura per i parenti: coi Talebani torniamo indietro di 80 anni”

La comunità dell’Afghanistan in città conta 102 unità. La testimonianza del 29enne: “Giù mia moglie e mia sorella”. L’imam El Hachmi: “Islam non è violenza”

“In Afghanistan ci sono mia moglie e mia sorella, le ho appena sentite. Sono spaventate, adesso regna il caos”. Ha appena messo giù il telefono Javid, 29enne afgano da 12 anni in Italia, perfettamente integrato anche grazie ai diversi lavori portati avanti tra Rieti e Terni. “Come viviamo la situazione? Temiamo il peggio, chiamiamo in continuazione Jalalabad, dove sono le mie donne, per aggiornarci”. 

Javid è uno dei 102 cittadini afgani che si è stabilizzato a Terni. Secondo i dati dell’ufficio Statistiche del Comune di Terni aggiornati al 31 dicembre 2020, la comunità afgana in città è giovane, con un’età media di 33 anni (il più giovane è del 2004, il più anziano del 1956), in prevalenza uomini. La maggior parte di loro ha dunque visto con i propri occhi l’inizio della missione Enduring Freedom a guida Usa. Borgo Bovio, Gabelletta, piazza della Pace e a quartiere Battisti sono le zone dove i ragazzi afgani risiedono di più. E molti di loro frequentano anche il Centro Culturale Islamico di via Vollusiano. 

Arrivato in Italia nel dicembre 2009 a 17 anni, Javid ha prima studiato, poi ha iniziato a lavorare nella meccanica industriale e quindi come mediatore culturale anche a Terni. Ora gestisce una macelleria a Rieti e torna spesso in Umbria. “E’ triste vedere quanto sta accadendo nel mio Paese - spiega a Ternitoday - si ha l’impressione di essere tornati indietro di ottant’anni. Se in questi anni era stato intrapreso un percorso, ecco che ora si torna indietro nel tempo. E in un mondo che invece va avanti a passo spedito, anche sul tema dei diritti, è molto triste vedere il Paese in queste condizioni. Mia moglie e mia sorella sono là, mi dicono che hanno paura e che restano in casa. Mia sorella in questi anni ha studiato, ora siamo spaventati dal futuro. Adesso è una giungla, l’economia è devastata e con i Talebani credo che sarà dura. Ma certo non solo loro hanno le responsabilità per quanto accaduto: anche altri Paesi, che hanno lasciato che tutto questo accadesse”.     

La comunità afgana a Terni in questi giorni sta organizzando una raccolta fondi da destinare proprio alle famiglie con parenti nel paese asiatico. “Avevamo iniziato qualche giorno fa - spiega Javid - e non appena le condizioni lo permetteranno sicuramente ci muoveremo in questo senso”. 

E punto di riferimento per gli afgani in città è anche l’imam Mimoun El Hachmi. “Nel nostro centro di via Vollusiano - spiega - abbiamo diversi ragazzi e uomini che arrivano dall’Afghanistan, che si ritrovano il venerdì. Sono molto preoccupati. La situazione ora è critica e rischia di peggiorare sempre più, soprattutto per le fasce più deboli della popolazione. Quello che è importante ricordare sempre è che l’Islam non ha niente a che vedere con la violenza, con il regime totalitario che i Talebani vogliono mettere in piedi. Il rischio ora è che il paese diventi terra di terrorismo. Ognuno ha la sua religione, ma deve esserci prima di tutto il rispetto verso gli altri”.    

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