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La cicogna non vola più sulla Conca: "Ricambio generazionale a rischio"

Tra il 2016 e il 2017 record negativo di nuovi nati, mai così pochi. La popolazione continua ad invecchiare, boom di famiglie con un solo genitore

La cicogna non vola più sulla Conca. Nel gennaio 207 il punto più basso mai raggiunto con 697 nuovi nati, appena 10 in più nel gennaio 2018, troppo pochi per dire che il trend si sta invertendo. A Terni non si fanno più figli, la popolazione continua a calare - anche malgrado il "salvagente" dei residenti stranieri - e a invecchiare con un ricambio generazionale sempre più a rischio. La fotografia della situazione è scattata dai Servizi statistici del Comune di Terni i cui dati - inseriti nel Documento unico di programmazione - forniscono scenario preoccupante e che dovrebbe indurre la classe dirigente della città largamente intesa a una riflessione per trovare le soluzioni a un problema che ha riflessi anche di carattere economico. E di sviluppo. 

Continua a calare la popolazione

Al 1 gennaio 2018 la popolazione residente era di 111.189 unità, 266 in meno rispetto all'anno precedente. Scende anche la densità abitativa media che è di 525,4 abitanti per chilometro quadrato, ma nel centro storico raggiunge i 10.854,55 abitanti per chilometro quadrato che corrisponde a oltre 7.000 residenti in un’area di poco più di mezzo chilometro quadrato. In quattro anni si sono persi circa mille residenti, in un calo inarrestabile arrivato dopo un decennio di boom demografico. Oggi più di prima i numeri evidenziano da una parte una componente straniera "che cresce come numerosità ed è strutturalmente più giovane e più feconda" e dall’altra "la componente italiana, che invece diminuisce, invecchia e presenta una fecondità sempre più bassa". La componente in diminuzione - si legge - è esclusivamente quella italiana, mentre continua a cresce quella straniera. I residenti con cittadinanza italiana sono infatti scesi a 97.998, 586 in meno dell’anno precedente, e gli stranieri sono saliti a 13.191 guadagnando 320 unità. Tra i residenti con cittadinanza italiana
sono ricomprese anche le acquisizioni di cittadinanza, cresciute costantemente negli ultimi anni. Dal 2015 ad oggi sono state riconosciute oltre 1.300 acquisizioni di cittadinanza italiana.

"Non garantito il ricambio generazionale"

Nel 2017 sono stati 707 i nuovi nati, di cui 135 stranieri, 10 in più dell’anno precedente nel quale si era toccato il minimo storico per la città. Ad influire negativamente sulla diminuzione della fecondità è anche la tendenza a spostare sempre più in avanti il momento di fare figli: l’età media al parto è arrivata a 33 anni per le madri italiane e 30 per le straniere. Strutturalmente la popolazione ternana è caratterizzata da un’alta femminilizzazione, con la componente femminile che supera quella maschile di 6.407 unità. Ciò è dovuto sia alla longevità delle donne, che alla maggiore presenza di straniere. Infatti tra gli stranieri la forbice tra i due sessi è più larga, anche se sta attenuandosi nel tempo, e la componente femminile rappresenta il 58% del totale, mentre tra gli italiani la percentuale scende al 53%. Per alcune cittadinanze la presenza femminile supera l’80%. "Gli effetti congiunti di invecchiamento e bassa fecondità -  si legge nell'analisi dei Servizi statistici di palazzo Spada - disegnano inesorabilmente una popolazione nella quale, a meno di nuovi eventi demografici, non sarà garantito il corretto ricambio generazionale, quello necessario per poter pensare al futuro di un territorio". 

Terni tra le città più vecchie d'Italia 

Terni si posiziona inoltre tra le città italiane con popolazione più anziana e ai primi posti per percentuale di grandi anziani (ultra75enni). La popolazione continua ad invecchiare e la quota di ultra65enni ha raggiunto il 26,3% del totale dei residenti, contro il 22,6% a livello nazionale. Cresce ancora più velocemente anche la quota di grandi anziani, ovvero di quelli che hanno 75 anni e più, passati, in valore assoluto, da 13.200 a 15.500 nell’arco di 15 anni. Di conseguenza si contraggono le altre classi d’età e il 61,9% della popolazione ternana ha un’età compresa tra 15 e 64 anni e l’11,9% ha meno di 15 anni. Entrambe in calo rispetto allo scorso anno e inferiori rispetto al dato nazionale. L’indice di vecchiaia, costantemente in crescita, è pari a 221 valore al di sopra della media nazionale e tra i più alti d’Italia. Un altro indicatore che, purtroppo, assume valori negativi a causa dell’invecchiamento della popolazione è l’indice di carico che misura il peso della popolazione non attiva su quella in età lavorativa: in città ogni 100 residenti tra i 15 e 64 anni (potenzialmente attivi) ce ne sono 71 appartenenti alle classi 0-14 e 65 e oltre (inattivi).

"La situazione demografica - spiegano - ha dei riflessi inevitabili sulla condizione economica e sociale della città generando cambiamenti percepibili negli stili di vita dei cittadini ma anche nei luoghi della città. Gli scenari futuri, se non dovessero cambiare le cose, disegnano una città che dovrà affrontare problemi sanitari e di assistenza per la presenza sempre crescente di popolazione anziana e problemi di accoglienza e occupazionali per gli arrivi di stranieri che necessiteranno di tempo per completare il processo di stabilizzazione ed integrazione sul territorio.

Famiglie, 4 su 10 hanno un solo genitore

I cambiamenti comportamentali, oltre che demografici, si evidenziano nettamente anche nella composizione e nell’evoluzione di quella che è la base di ogni comunità: le famiglie. Risiedono a Terni poco meno di 52mila famiglie, un numero costantemente in crescita. "A quasi parità di popolazione - dicono dagli uffici statistici di palazzo Spada - rispetto a trent’anni fa le famiglie sono il 25% in più. Al contrario, però, la dimensione delle stesse si è ridotta: il numero medio di componenti per nucleo familiare è passato da 2,7 a 2,1. L’incremento maggiore lo hanno subito le famiglie monocomponente, che attualmente sono quasi il 40% di tutte le tipologie familiari ternane. Delle 19.706 persone che vivono da sole, 8.444 hanno oltre 65 anni; in 1 famiglia su 5 è presente un minore e nel 41% delle famiglie vi è almeno un componente ultra65enne. È nel corso degli ultimi 15 anni che si è riscontrata un’accelerazione nella modificazione delle strutture familiari. In particolare, a fronte di un crollo delle “coppie con figli”  c'è stata un’impennata  delle famiglie monogenitoriali, ovvero quelle composte da un genitore con uno o più figli, che sono aumentate di oltre il 50%.

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