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Storia di Terni, il ritrovamento dei reperti ed il restyling dell’area: “Aggiornare il progetto in base a quanto scoperto”

Il capogruppo di Terni civica Michele Rossi: “Ritengo necessario che il Consiglio Comunale debba esprimersi indicando gli indirizzi su cui basare il progetto di riqualificazione”

Il progetto, gli scavi, i ritrovamenti. L’11 maggio 2022 è la data coincidente con l’inizio degli interventi in largo Cairoli. Dall’apertura del cantiere si è poi proceduto alla bonifica bellica, indagine archeologica ed i successivi approfondimenti a cura della Soprintendenza. Il progetto di restyling dell’area sta per arrivare ad una svolta, nonostante i ritardi dettati dai rinvenimenti. Originariamente dovevano sorgere zone verdi, aree relax ed un parcheggio. Gli scavi però ha riportato in auge una parte di Terni ‘nascosta’ che deve, gioco forza, essere valorizzata. Pertanto il progetto dovrà tenere conto di quanto emerso, in questi ultimi mesi.

Il capogruppo di Terni civica Michele Rossi è intervenuto a riguardo: “In Largo Cairoli è in corso la riqualificazione che si concluderà con il completo riassetto dell’area, con la realizzazione di zone verdi, aree relax e parcheggi e con il trasferimento delle attività commerciali attualmente ospitate nelle bancarelle, negli edifici in muratura sovrastati dalla merlatura sul lato di Corso Vecchio. Interventi previsti nel Piano Periferie. Si tratta di un intervento che posso dire di aver seguito con attenzione fin dalle prime fasi, entusiasmandomi man mano che il sottosuolo ci restituiva parti della Terni del passato”.

Evoluzione del cantiere: “Fin dai primi scavi di bonifica bellica sono riemersi archi e mura afferenti al convento carmelitano dei Santi Giuseppe e Teresa e annessa Chiesa. Con indagini archeologiche più approfondite sono poi emersi anche tratti murari caratterizzati da grandi blocchi di travertino. Strutture di epoca romana e medievale. A monitorare tutte le operazioni è coinvolta la Soprintendenza che lavora in sinergia con l’amministrazione comunale. Il precedente progetto di sistemazione dello spazio dovrà necessariamente essere aggiornato – sostiene Michele Rossi - con soluzioni architettoniche che tengano conto di quanto scoperto. E che per questo gli uffici competenti stanno studiando nuove soluzioni progettuali confrontandosi costantemente con la Soprintendenza regionale”.

Una indicazione per il prossimo futuro: “Ritengo necessario che il Consiglio Comunale debba esprimersi indicando gli indirizzi su cui basare il progetto di riqualificazione. Per questo ho depositato un apposito atto che impegni l'assessorato competente e il sindaco, affinché faccia propri i seguenti indirizzi e li trasmetta agli uffici competenti. I ritrovamenti, anche quelli che hanno un valore documentale tipo le fondamenta ad arco del convento, meritano di non essere interrate ma rimanere visibili a testimonianza della storia del luogo”.

Secondo il capogruppo: “Occorre perseguire l'obiettivo della massima fruibilità delle evidenze storiche riemerse quali elementi testimoniali delle precedenti presenze edificatorie. Queste meritano di essere valorizzate lasciandole quanto più possibile alla vista, sfruttando i necessari salti di quota per dare una maggiore suggestione alla sistemazione a verde dell'area. Occorre ottenere una sistemazione architettonica che renda memoria dell'antico complesso conventuale, con il sedime della chiesa di San Giuseppe, i resti delle abitazioni medievali, le tracce delle mura romane, in un suggestivo percorso nella storia secolare della nostra città”.

Considerazioni finali: “Si tratta di indicazioni che si auspica vengano raccolte nella progettazione da parte degli Uffici Tecnici che sono già al lavoro per trovare una adeguata soluzione per rendere di alta qualità ed esteticamente pregevole quello che a ragione si può ritenere uno degli interventi più significativi di riqualificazione, degli ultimi 20 anni, nel centro storico”.

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