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Le elezioni, il Trio Medusa e il compendio leghista-ternano

Oggi durante la trasmissione Chiamate Roma Triuno Triuno una esilarante “traduzione” degli slogan politici che ci hanno accompagnato negli ultimi mesi

Il Trio Medusa e Francesco Lancia tornano a parlare di ternanità e, stavolta, al centro della puntata di Chiamate Roma Triuno Triuno non poteva che esserci l’argomento del giorno, ossia le elezioni regionali che hanno portato, su tutto il territorio umbro, all’affermazione della Lega.
E così, tra irriverenza e leggerezza, durante la trasmissione di Radio Deejay di stamattina, si è pensato di tradurre in ternano i principali slogan utilizzati da Matteo Salvini, per “ovviare all’accento del nord del leader leghista”. 


Si è partiti dal più tradizionale dei campanilismi locali: il celeberrimo “Prima gli Italiani” diventa “Prima quelli de Terni poi tutti l’andri, urdimi li perugini”; la domanda retorica “Secondo lei gli italiani sono stupidi?” in ternano diventa “Ma che te pensi che magnanu la breccia?” e l’immancabile “Io dico sempre quello che penso” diventa “So lu fijo de parlinfaccia”.
Il giudizio alla coalizione Pd-5 stelle è lapidario: “Hanno accroccato nu caxxabbubulo bono manco pe lu sciacquatoro”, mentre la frase “Gli elettori hanno capito che le promesse degli avversari erano vane” in ternano diventa “Erano più farzi de la bilancia de lu nocchiaro giù lu stadio”.
Tra l’affidarsi al cuore immacolato di Maria (Qui nun ce sarva manco Bracci) e l’accusa dell’avversario politico di “distrarre l’attenzione dai veri problemi degli italiani”, che diventa “Me parono la ciuetta su lu mazzolo”, anche una delle frasi che meglio rimandano a una batosta difficile da mandar giù: la salviniana “Hanno incassato una sonora sconfitta” non poteva che diventare: “Ce senti cerqua?”.

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