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“No bavaglio alla stampa, la città deve sapere”, il sit-in dei giornalisti ternani

Manifestazione davanti alla procura della Repubblica di Terni per ribadire la “richiesta di rivedere l’applicazione della norma in materia di presunzione d’innocenza”

Una delegazione composta di giornalisti ternani ha organizzato un sit-in davanti alla sede della procura della Repubblica di Terni. Una manifestazione spontanea, come quella organizzata a Roma, che ha avuto il sostegno dell’Ordine regionale dei giornalisti e della Associazione stampa umbra.

“L’Ordine dei giornalisti Umbria, come l’Ordine nazionale e la Fnsi sostengono i cronisti romani che manifestano davanti piazzale Clodio, sostiene la manifestazione dei colleghi ternani davanti alla procura di Terni per protestare contro l’applicazione delle norme sulla presunzione d’innocenza che, da mesi, colpiscono il diritto di cronaca.

L’Odg Umbria affronta le difficoltà legate alle nuove norme anche percorrendo un’altra strada: un osservatorio a cui partecipa la procura generale con incontri periodici con i procuratori di Perugia, Terni e Spoleto. L’obiettivo è trovare soluzioni che garantiscano il diritto dovere d'informare i cittadini, nel rispetto delle norme. Nei prossimi giorni si terrà un nuovo incontro con il procuratore generale per fare il punto della situazione nei diversi territori”.

sit-in gior nalisti terni5In occasione del sit-in, è stato chiesto un incontro al procuratore, Alberto Liguori, non presente però in sede ma che avrebbe manifestato l’intenzione di confrontarsi con i professionisti e affrontare la questione legata alla diffusione delle notizie di cronaca nera.

Da tempo, infatti, il flusso di informazioni relative a fatti di cronaca nera (dagli incidenti fino allo spaccio, passando per violenze domestiche e altro) si è drasticamente ridotto, se non addirittura interrotto, proprio in funzione delle normative che regolano la diffusione di notizie riguardanti i reati. Con il risultato che “raccontare” la città diventa sempre più difficile. E senza tenere conto che la “presunzione d’innocenza” è per i giornalisti un elemento di deontologia professionale prima ancora che una norma da regolare.

“Vietato parlare con i giornalisti. Sembra ormai questa la linea di condotta che praticamente tutte le forze dell'ordine tengono nei confronti dei giornalisti, in applicazione, spesso secondo forme incomprensibili, delle legge sulla presunzione di innocenza (decreto legislativo 188 del 2021)”, così la nota sottoscritta dai giornalisti di Orvieto – che non hanno potuto partecipare “fisicamente” alla manifestazione – ma che ribadiscono di trovarsi “ogni giorno in grande difficoltà rispetto alla chiusura nei loro confronti da parte delle locali forze dell'ordine”, esprimendo al contempo “la piena solidarietà e il pieno sostegno all'iniziativa di Terni, Roma e resto d’Italia”.

sit-in gior nalisti terni2Sostegno, come detto, anche dall’Associazione Stampa Umbra per “ribadire la richiesta di rivedere il d.lgs. 188/2021 sull’applicazione della normativa europea in materia di presunzione di innocenza in senso meno rigido e soprattutto rispettoso della libertà di informazione e del diritto dei cittadini ad essere correttamente informati. Contemporaneamente Asu darà il suo sostegno anche ai colleghi di Roma che, sempre domani, organizzeranno analoga manifestazione davanti alla procura della capitale. L’iniziativa segue quelle già svolte dal sindacato insieme all’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria nell’ambito dell’Osservatorio regionale appositamente creato per aprire un dialogo con le procure regionali su una diversa applicazione della norma che possa garantire il diritto di cronaca e quello ad essere informati. Asu condivide “le motivazioni dei promotori dell’iniziativa di Roma (che sono poi le stesse dei colleghi di Terni) i quali in un documento sostengono che lo spirito della norma è stato travalicato imponendo addirittura che sia un giudice a stabilire cosa un giornalista debba sapere o meno. Come ulteriore grave corollario, poi, si sta verificando una sorta di censura di fatto nei confronti dei cronisti che ormai hanno problemi ad avere riscontri o a effettuare verifiche anche su semplici incidenti e altro. La libera informazione in Italia attende da parte dei ministeri competenti una corretta lettura attraverso nuove circolari esplicative che non mettano a repentaglio il diritto di cronaca”.

“I giornalisti non accettano di essere relegati a semplici amplificatori di veline – dice Asu in una nota - rinunciando al diritto-dovere verso la comunità di raccontare i fatti. Così come ha già fatto la Fnsi, chiediamo il ripristino di un adeguato scambio di informazioni anche su Terni che risponda all’esigenza di informare correttamente l’opinione pubblica, ferma restando la condivisione dello spirito di una norma europea la cui applicazione italiana è andata però oltre le intenzioni iniziali. Occorre, come già affermato dalla Federazione nazionale della stampa, che il nuovo governo e il nuovo Parlamento rivedano al più presto le modalità di applicazione della normativa comunitaria per ripristinare il normale rapporto fra procure e giornalisti al fine di garantire il diritto-dovere di cronaca che uno dei pilastri della nostra democrazia”.

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