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Legge regionale sulle acque minerali in accelerata. Sindacati: "Perché tanta fretta nell'approvazione"?

Il comunicato di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil Umbria sulla necessità di una maggiore concertazione nella strutturazione della norma regionale

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato delle sigle sindacali Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil Umbria sul disegno di legge regionale, relativo alla concessione dei pozzi per l'estrazione di acqua da imbottigliare e vendere sul mercato.

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In questi giorni è in discussione il disegno di Legge n.623 sulle concessioni delle acque minerali, l’atto modifica la legge regionale n.22/2008 che disciplina la concessione dei pozzi per l’emungimento dell’acqua a fini di imbottigliamento. Le modifiche nascono da un parere dell’Autorità garante della concorrenza, il quale sottolinea che la norma non è conforme alle più recenti direttive europee. In particolare, viene abrogato l’istituto della proroga e inserito un iter per l’assegnazione delle concessioni.

Come OO..SS.. ci siamo attivati per sensibilizzare la II commissione regionale sotto alcuni aspetti per noi fondamentali, cercando di proporre modifiche al testo di legge in fase di redazione e prima della sua approvazione da parte del consiglio regionale. Nelle occasioni di discussione avute con la II Commissione Regionale, abbiamo avuto modo di presentare un documento politico e degli emendamenti. Nonostante i nostri appelli, il disegno di legge andrà in approvazione in consiglio regionale quasi invariato rispetto ai temi a noi cari, come quello della salvaguardia occupazionale in continuità, il 9 marzo.

Ad oggi le modifiche e i chiarimenti richiesti, sono caduti nel vuoto I nostri dubbi riguardavano, innanzitutto, i meccanismi di assegnazione previsti dal disegno di legge, che ci sono parsi, dopo un’attenta lettura, lacunosi e incompleti. Specificatamente l’iter riguardante il subentro di un nuovo concessionario, non puntualizza i profili riguardanti gli immobili adibiti all’esercizio dell’impresa, i marchi umbri e soprattutto i rapporti di lavoro in essere al momento dell’assegnazione. Inoltre si segnalano i possibili contenziosi derivanti dai mancati chiarimenti riguardanti i passaggi di proprietà. Tramite il documento e gli emendamenti abbiamo, dunque, fatto presente che il disegno di legge in taluni aspetti, mette a rischio l’occupazione in quanto non vi è traccia di previsioni che esplicitamente si riferiscono al destino dei lavoratori in eventuale passaggio.

Benché tramite criteri di trasparenza si potrebbe assicurare una più corretta assegnazione del bene pubblico, scoraggiando chi non ha intenzione di investire seriamente sul territorio, non si tutelano sufficientemente le imprese virtuose che si sono adoperate in favore della crescita e del mantenimento occupazionale con progetti di lungo periodo. Riteniamo, poi, che il criterio della promozione e della salvaguardia di tutta l’occupazione nel rispetto dei contratti nazionali di riferimento, debba essere considerato un aspetto primario nella stesura di eventuali requisiti di assegnazione, proprio in considerazione del carattere pubblico del bene oggetto della concessione.

Auspichiamo che tale disegno di legge non risulti come l’ennesima occasione sprecata per valorizzare il nostro territorio e i suoi prodotti, ricordiamo in questo senso la qualità delle acque umbre che si distinguono sul mercato da oltre cento anni. Proprio per queste caratteristiche organolettiche, chimico-fisiche e perché no salutistiche, dovute alla qualità dei pozzi e alla conformazione del territorio, riteniamo che dovrebbe essere creata una certificazione umbra d’hoc per le acque regionali in grado di valorizzare il made in Umbria.

La diversificazione di assunzione d'acqua nell'organismo deve essere considerata un bene primario per la persona, perchè ogni acqua ha le sue proprietà. Il 9 marzo anche questo sarà un argomento importante all'ordine del giorno per il consiglio regionale. Facciamo dunque un appello a tutte le forze politiche, affinché vengano prese in considerazione le istanze delle OO..SS.. di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil dell'Umbria e delle lavoratrici e lavoratori che rappresentiamo, in un territorio già in forte difficoltà economica.

Non comprendiamo il motivo di tanta fretta nell’approvare una legge che risulta così controversa e delicata per il futuro di tante famiglie, anche alla luce del panorama regionale nazionale.

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