Attività ternana diventa maggiorenne: “Traguardo inatteso quanto auspicato. Il restyling del locale è il regalo per i vent’anni”
La storia del locale di Fabio Torricelli che ha festeggiato diciotto anni di attività nelle scorse settimane
Un traguardo mai banale da festeggiare. Il locale ‘Dolce vita’ ha infatti spento diciotto candeline, nelle scorse settimane, grazie alla perseveranza messa in campo da Fabio Torricelli. Il gestore del locale infatti è stato capace, insieme ai suoi collaboratori, di resistere alle ‘intemperie’ dettate dalle varie crisi, succedutesi in vari contesti, cercando di restare al passo con i tempi in un contesto piuttosto competitivo come quello della ‘movida’ notturna.
Correva l’anno 2005, mese giugno, quando Fabio inaugurò ‘Dolce vita’ nel cuore pulsante del centro cittadino: “Lavoravo come contabile presso un’azienda – esordisce alla nostra redazione di www.ternitoday.it – quando decisi di dare una svolta alla carriera professionale. Pertanto dall’idea di aprire una nuova attività è sorta un’opportunità. Ho trovato un locale all’interno della movida ternana. Inizialmente incentrato come piadineria per poi adattarlo anche all’american bar, a seguito delle comprensibili esigenze dettate dalla location”.
Il ricordo dei primi anni: “Il locale è cresciuto grazie ai tanti amici, tra mille serate e risate. Ora li vedo molto meno, tanti con i passeggini passano qualche volta. È cambiato il mondo, sotto certi punti di vista, soprattutto la tipologia di clienti. Alla fine ho visto crescere diverse generazioni. Probabilmente – aggiunge Fabio – da quando ho inaugurato ne sono passate ben tre differenti”.
Alcune caratteristiche del ‘Dolce vita’: “Siamo partiti essenzialmente come piadineria, riprendendo una ricetta proveniente da Cesena. La farina la acquistiamo in Romagna e l’impasto è di nostra produzione. È il punto forte del locale il quale computa anche wine bar e cocktail bar”. Tre turni differenti tra aperitivi, cene e post: “Ogni fascia detiene una tipologia di clientela differente. Da diverso tempo è scoppiata la moda del Gin tonic, poiché la città ha seguito un po' l’onda proveniente dalle altre metropoli. Ci siamo adeguati mettendo a disposizione una piccola selezione. Diciotto anni fa andavano molto alcuni drink come sex on the beach, caipiroska, caipirinha, long island”.
Apertura, soddisfazioni e momenti di difficoltà: “Il primo obiettivo fissato è stato quello di arrivare ai dieci anni. Ho pensato anche di darlo in gestione, senza riuscirvi poiché è arrivata la crisi e siamo andati incontro ad anni difficili. In quei periodi è stato fondamentale resistere. Durante l’emergenza sanitaria siamo rimasti chiusi per un periodo. L’esigenza di tornare a vivere un po' di normalità ha apportato benefici un po' ovunque. Un riscontro in termini di fatturato tale da raggiungere i livelli delle annate precedenti, piuttosto sorprendenti. Infine l’aumento delle spese vive, una crisi un po' generalizzata ci è costata una perdita del 30% della clientela, anche a seguito dell’ultima estate piuttosto afosa”.
Il traguardo raggiunto: “Sinceramente inatteso quanto auspicato. La città sta cambiando, i clienti consumano meno e magari sono anche attratti dalle novità. L’intento è quello di dar vita ad un restyling del locale, magari proprio in occasione dei vent’anni, potrebbe essere un bel regalo da scartare. Inoltre ritoccare il menu, nel tentativo di venire incontro ulteriormente ai consumatori”. Una curiosità che riguarda familiari e collaboratori di Fabio: “Mio nipote è ‘nato’ qui – sorride – ed oggi lavora con il nostro staff dopo aver compiuto i diciotto anni”.
Uno sguardo all’indietro: “Non mi pento affatto della scelta. Rifarei tutto, anche i tanti sacrifici ed il tempo libero sottratto dall’attività. Prima eravamo una famiglia di amici, ora invece la tipologia di clienti è diversa”. Il momento più bello: “La prima Notte Bianca. Avevamo terminato tutto, non era rimasto nulla dopo una serata davvero eccezionale. Poiché la città non si nutre troppo di turismo – conclude - sarebbe opportuno organizzare e pubblicizzare gli eventi, poiché aiutano anche i locali”. Un messaggio chiaro ed inequivocabile.