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Le cinque medaglie d’oro immortalate da Luca Pagliaricci: “Ai centro metri di Jacobs la macchinetta ha tremato”

Il racconto del fotografo in procinto di ripartire per le Paralimpiadi: “Il quarto d’ora più bello vissuto a livello sportivo. Posso dire di aver fatto parte della storia dell’atletica azzurra”

Tredici medaglie immortalate su quaranta conquistate. Il fotografo Luca Pagliaricci è tornato dalla fortunata spedizione di Tokyo dove l’Italia ha ottenuto il record assoluto di podi. Qualche giorno di meritato relax prima della nuova partenza, il prossimo 20 agosto con medesima destinazione, stavolta nello staff del CIP per seguire le Paralimpiadi. Alla redazione di www.ternitoday.it il professionista racconta l’esperienza vissuta in Giappone e le emozioni che solo i giochi olimpici sanno regalare.

“Siamo partiti il 18 luglio con la squadra del CONI. Una volta arrivati a Tokyo ci siamo sottoposti ai controlli anti-Covid. Dal 20 è stato possibile usufruire del centro stampa”. Un percorso di avvicinamento alle Olimpiadi complesso, poiché l’emergenza sanitaria è tutt’ora in corso: “I primissimi giorni li ho utilizzati per ambientarmi, capire come muovermi ed arrivare nelle varie postazioni. Il 22 è stata inaugurata Casa Italia, alla presenza di Malagò, iniziativa all’insegna della sobrietà. Il popolo giapponese è stato molto diffidente, i volontari piuttosto accoglienti. Il villaggio olimpico era gigantesco, i casi rapportati alla struttura erano molto residuali, contenuti”. Una ulteriore particolarità: “Facevamo i test salivari uno al giorno, i primi tre. Successivamente uno ogni quattro. Le prime due settimane non era possibile prendere i mezzi pubblici. Giravo con i taxi ed i mezzi dell’organizzazione”.

Si arriva a la cerimonia di apertura del 23 luglio: “Mai capitato di farla a porte chiuse. Intorno a me c’erano due file di fotografi, divisi per settori. Il momento più bello sicuramente quando è entrata la torcia olimpica. Il passaggio tra il tedoforo del Comitato olimpico a quello paralimpico è stato il più emozionante, prima della consegna alla Naomi Osaka che ha acceso il braciere”.

Il bilancio di Luca: “Su quaranta medaglie vinte ne ho fotografate tredici. Cinque ori (staffetta 4/100; salto in alto, 100 metri, canottaggio pesi leggeri e la vela ndr), due argenti e sei bronzi. La prima competizione in cui mi sono recato quella del Judo, con la Giuffrida che ha vinto il bronzo. Successivamente canottaggio, beach volley, tiro con l’arco, triathlon, vela, nuoto di fondo 10 km femminile, canoa sprint e naturalmente l’atletica. L’ultimo giorno, prima della cerimonia di chiusura, sono andato ad immortalare le ‘farfalle’ ossia le ragazze della ginnastica ritmica”. Una Olimpiade indimenticabile: “Il primo oro delle ragazze del canottaggio è stato fantastico. La medaglia più preziosa regala una sensazione diversa, brilla di luce propria. La giornata del 1 agosto poi resterà nella storia. In teoria dovevo monitorare il tennis. Tuttavia gli azzurri in gara erano usciti nei turni precedenti. Così sono partito per seguire il nuoto. Successivamente per una circostanza curiosa mi sono ritrovato all’Olimpico di Tokyo. Essendo due fotografi ci siamo divisi i posti. L’altro collega si è messo sulla tribuna per fare i 100 metri, dal punto di vista frontale. Io collocato sulla curva dove prendevo bene Tamberi ed i suoi salti”. Altri azzurri erano impegnati in quella splendida serata: “Seguivo anche gli 800 metri, 400 ostacoli uomini e donne e le due semifinali dei 100 metri. Dopo la semifinale di Jacobs si sono abbracciati con Gianmarco Tamberi e caricati a vicenda”.

Una grande gioia dopo l’intervento del giudice, una volta raggiunta la parità: “Tamberi ha iniziato a festeggiare in modo incredibile. Ho fatto talmente tante foto che sono riuscito a contenere l’emozione e concentrarmi sul lavoro. Ai cento metri invece un po’ la macchinetta ha tremato. Dalla mia postazione non era facile capire chi fosse arrivato primo al traguardo. Sono rimasto fisso su Marcell Jacobs. Soltanto dopo ho capito che aveva vinto, ascoltando l’urlo della squadra italiana posizionata alle mie spalle. Il quarto d’ora più bello vissuto a livello sportivo. Posso dire di aver fatto parte della storia di questa disciplina, per i nostri colori.”

Cosa lascia questa esperienza: “Devo ancora rivedere tutte le gare e potermi ancora emozionare. Ogni medaglia ha un suo valore importantissimo. Dietro ad ogni storia del singolo atleta ci sono sacrificio e fatica”. Non è finita qui perché Luca Pagliaricci partirà di nuovo per Tokyo: “Venerdì 20 agosto per fotografare le Paralimpiadi dal prossimo 24 fino al 5 settembre”. Una nuova esperienza e tantissimi altri scatti da incorniciare.

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