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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Le cinque olimpiadi del professionista Luca Pagliaricci: “Le cerimonie rappresentano i momenti più emozionanti dei giochi”

Il fotografo ternano è tornato in città dopo l’ultima esperienza a cinque cerchi di Pechino: “Un bagaglio da conservare a lungo”

Trentacinque medaglie immortalate, in cinque olimpiadi. Il fotografo ternano Luca Pagliaricci è tornato in città dopo l’ultima esperienza a cinque cerchi. Ha infatti partecipato, insieme al team del Coni, ai giochi invernali di Pechino, dedicati agli atleti normodotati e paralimpici: “Lo scoppio del conflitto bellico - esordisce il professionista – ha oscurato i giochi paralimpici. Se ne è parlato davvero poco. Inoltre il comitato ha deciso di rifiutare l’iscrizione degli atleti russi e bielorussi, in prossimità dell’inizio delle competizioni”.

Anno 2018, il debutto a Pyeongchang: “In quella circostanza ho supportato la squadra, riuscendo a fotografare una medaglia. Sentivo un po’ di pressione, dettata anche dall’inesperienza, paura di sbagliare. Ho visitato il villaggio olimpico, unica circostanza al momento prima delle olimpiadi recenti, caratterizzate dall’emergenza sanitaria”.

Le quattro competizioni nel giro di pochi mesi: “Caratterizzate dall’utilizzo dei dispositivi di prevenzione, i protocolli Covid. Rispetto a quelle di Tokyo a Pechino c’era ulteriore accortezza. Era possibile salire soltanto sui bus dell’organizzazione, ad esempio, rispetto al Giappone dove potevamo prendere i mezzi pubblici, dopo il quattordicesimo giorno di fine isolamento”.

I cinque momenti da incorniciare: “Gli ori in sequenza di Jacobs e Tamberi. Inoltre l’impresa della Moioli nello snowboard cross, di Cesarini e Rodini nella finale pesi leggeri di canottaggio. La splendida tripletta di Sabatini, Caironi e Contraffatto a Tokyo”.

Una peculiarità da rimarcare: “I partecipanti si allenano quattro anni per raggiungere un obiettivo. Commettendo anche un minimo errore, rischi seriamente di compromettere ciò che avevi preparato nei dettagli. Ho visto atleti piangere perché non sono riusciti a centrare il loro traguardo, tanto ambito. Ad esempio penso a Michela Moioli che è caduta in semifinale ed aveva l’ambizione di volere riconfermare la medaglia d’oro. Anche Sofia Goggia ha stretto i denti per un mese, dopo il brutto infortunio rimediato in Coppa mondo. Ad esempio – precisa Luca Pagliaricci spiegando la differenza - un calciatore ha tutto un campionato per rimediare ad una singola sconfitta".  

Esperienze da conservare a lungo: “Le cerimonie sono i momenti più emozionanti. Con quella di apertura è possibile avere percezione che tutto ha inizio. In quella di chiusura il dispiacere di dover salutare l’evento è pari al desiderio di voler ripartire per quella successiva. Pertanto l’adrenalina resta immutata”.

Cosa è possibile ricavare: “C’è la possibilità di conoscere e confrontarsi con altri professionisti, stringere nuove amicizie ed ulteriori collaborazioni. Di sicuro è sempre bello ricevere la chiamata poiché significa che il lavoro fatto è apprezzato. Molteplici discipline, ognuna di queste speciali. Di sicuro il bagaglio è enorme nel poter conoscere ed apprezzare nuovi sport, magari poco conosciuti come il curling, dove abbiamo vinto la medaglia d’oro”.

Un pensiero sulla premiazione: “L’assessore allo sport Elena Proietti ed i suoi uffici hanno organizzato la cerimonia, particolarmente apprezzata. E’ stata anche occasione per rincontrare i protagonisti delle Olimpiadi anche se, purtroppo, qualche settimana poco è venuto a mancare il maestro Guazzaroni”.

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