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Mercatino del mercoledì a Terni: “Non esiste alcuna certificazione di idoneità in materia di sicurezza sanitaria”

Il Gruppo Organizzato Imprese Autonome: “Dopo un anno di pandemia gli ambulanti sono stremati psicologicamente, fisicamente e soprattutto economicamente”

Fermento e fibrillazione attorno al mercatino di Terni, collocato attualmente nella zona di Vocabolo Staino. Il GOIA (Gruppo Organizzato Imprese Autonome), ha annunciato: “Di aver iniziato la fase preliminare per agire legalmente contro il comune di Terni”. I motivi del dibattito sono ormai noti. Dapprima lo spostamento nella zona del centro, al momento procrastinato a causa dell’emergenza sanitaria. Successivamente la mancata applicazione della rivisitazione degli spazi, destinati agli ambulanti. Infine la protesta, di mercoledì scorso, da parte di un venditore successivamente rientrata, dopo qualche momento di tensione.

“Abbiamo consultato le Usl locali e c’è stato riferito che non esiste alcuna certificazione di idoneità in materia di sicurezza sanitaria per l'area di vocabolo Staino” affermano dal GOIA di cui è portavoce Vincenzo Cardenia. “Il dirigente ci ha riferito che interpellati dal comune, un anno fa, avevano comunicato le linee da seguire per la delocalizzazione del mercato. Abbiamo consultato le linee guida standard in merito e possiamo dire che il comune non le sta rispettando”.

Ed ancora: “Nei prossimi giorni consulteremo gli enti preposti alla sicurezza dei cittadini e degli operatori commerciali in merito all'infortunistica visto che il mercato si sta svolgendo su un'area sconnessa, chiederemo anche a loro se hanno rilasciato certificazioni. Due settimane fa ci era stato chiesto di pazientare ancora qualche settimana e di non fomentare manifestazioni. La settimana scorsa in preda della disperazione un ambulante aveva tentato una manifestazione solitaria. Proprio per questo motivo – affermano - abbiamo concesso all'assessore tempo fino al 12 maggio. Non vogliamo fomentare rivolte e non vogliamo che altri ambulanti, in preda alla disperazione, possano arrivare al punto di commettere gesti sconsiderati. Per questo motivo oltre il 12 maggio il Goia si assume la responsabilità di citare il comune in tutte le sedi competenti”.

Secondo il Gruppo Organizzato Imprese Autonome: “Il mestiere del venditore ambulante è un lavoro che richiede grandi sacrifici sotto ogni punto di vista. Dopo un anno di pandemia gli ambulanti sono stremati psicologicamente, fisicamente e soprattutto economicamente. Il comune durante la delocalizzazione del mercato aveva preteso senza induci che tutti gli ambulanti fossero in regola con la regolarità contributiva. Gli stessi hanno onorato questi impegni con dignità e sacrificio. Adesso non accettiamo più scuse da parte di nessuno. C’eravamo più volte appellati al sindaco – concludono - senza avere risposte, adesso andremo oltre”.

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