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La missione di due professioniste ed una nuova attività: “Una guida per le famiglie ed un supporto per i bimbi che ne hanno bisogno”

Il racconto di Mariacristina Morabito e Micaela Rosati, entrambe psicologhe specializzate in Applied Behavior Analysis

Una missione da condividere, all’interno di un nuovo percorso appena iniziato, per Mariacristina Morabito e Micaela Rosati. Le due professioniste, nonché colleghe ed amiche, hanno infatti inaugurato PsyUp ossia un Centro di psicologia per l'età evolutiva e adulta, la cui sede è collocata nell’immediata prossimità del centro cittadino. Un ulteriore passaggio che segna il percorso di crescita delle due giovani, la cui specializzazione è il trattamento dei disturbi dell’autismo.

Due psicologhe con la comprensibile ambizione di voler aumentare il proprio bagaglio di esperienza, accrescendo la formazione e la spendibilità delle competenze acquisite. “Mi sono laureata in psicologia dell’età evolutiva” afferma Mariacristina, originaria della Calabria. “Successivamente ho lavorato come educatrice scolastica in una scuola primaria, con i bimbi disabili. Approdata a Terni sto proseguendo il percorso di formazione in psicoterapia ed analista del comportamento” ovvero uno dei diversi punti in comune con Micaela. “Il percorso di studi l’ho completato a L’Aquila, in psicologia clinica” sottolinea la collega. “Ho sempre lavorato nel comparto dell’età evolutiva ed insieme a Mariacristina deteniamo una formazione da tecnico A.B.A.-VB”.

Dal primo incontro alla prosecuzione congiunta: “Correva l’anno 2019 quando ci siamo conosciute. Abbiamo iniziato a lavorare in contesti domiciliari, con bambini con disturbo del neurosviluppo. In stretto contatto ci siamo rese conto del bisogno avvertito da diverse famiglie. Necessitavano infatti di una guida, un indirizzo sul quale conformarsi. Pertanto l’orientamento è stato quello di inaugurare un centro apposito, per fornire supporto ed una struttura che potesse accogliere i bimbi con disturbi del neurosviluppo”.

Lo sviluppo dell’attività: “L’accoglienza viene fatta direttamente a studio. Poi si passa alla fase due ossia il progetto di intervento. Un lavoro parallelo individuato per bimbo e genitore/i. Andiamo a supportare il singolo individuo e a potenziare le abilità. Possiamo strutturare gruppi di lavoro piuttosto che percorsi individuali. Uno degli obiettivi è quello di supportare il bambino nell’interazione con i pari e agire sui disturbi del comportamento e sulle abilità sociali. Più nello specifico – sottolineano le professioniste – un focus a tutto tondo sulla creazione di attività o potenziamento di quelle già esistenti”.

Il percorso di specializzazione dettato dalle linee guida definite dall’Istituto Superiore di Sanità: “Per le famiglie ci preponiamo di colmare una potenziale lacuna. Possibile infatti ricevere la diagnosi senza poi essere indirizzati verso uno specifico iter d’intervento. Le strutture del territorio sono ad accesso limitato e molte risorse professionali si stanno formando, in questo periodo”.

All’inizio del racconto avevamo utilizzato il termine ‘missione’. Il motivo è ben presto spiegato: “Ogni bambino è unico a suo modo. L’autismo è una condizione di vita che ha un suo schema di funzionamento. Mettendo in pratica le tecniche ed i metodi assimilati, nei percorsi di studi, abbiamo notato dei miglioramenti tangibili. Sono gratificazioni che non si possono spiegare a parole. Riuscire a vedere con i loro occhi, trovare le giuste chiavi, conoscere i colori della vita in modo così eterogeneo quanto particolare è un qualcosa di incredibile. Abbiamo sempre posto massima attenzione verso i bambini, con un obiettivo in testa di consentire ai piccoli, di conquistare una propria autonomia”.

Una ulteriore ambizione: “Abbiamo in programma incontri con insegnanti di sostegno, per creare una rete inglobando i diversi contesti di vita del bambino. Una sorta di do ut des, dove loro riportano le loro esperienze di classe per poi analizzarle insieme e fornire strategie di intervento, individuando strumenti pratici per favorire l’inclusione vera”. Una doverosa precisazione a riguardo per concludere. Naturalmente l’attività professionale di psicologa è a 360°: “Interagiamo con giovani e con adulti che si rendono conto di aver bisogno di aiuto. Svolgiamo infatti un lavoro di supporto psicologico che è rivolto ad affrontare le diverse difficoltà e situazioni di vita quotidiana”.

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