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Martedì, 23 Aprile 2024
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Le omelie appassionate, i viaggi, i cavalli e quell’attenzione paterna verso i bambini: padre Danilo ci mancherà

La prima telefonata e l’ultima chiacchierata: un ricordo personale del frate francescano ucciso a 63 anni dal Covid

Ho conosciuto padre Danilo Reverberi una primavera di qualche anno fa. All’epoca era guardiano del convento di Montesanto a Todi, dove è rimasto per sei anni prima di tornare ad Assisi e dopo essere stato a Foligno e a Terni. Lo chiamai per spiegargli che quella stessa sera, assieme ad un corposo gruppo di ragazzi che seguivano il cammino dei dieci comandamenti, saremmo andati proprio in convento per una catechesi. Il frate che teneva gli incontri era fuori per una missione al popolo e spettava a me il compito di avvertire di questa improvvisata.

Ora, la telefonata non fu delle più facili. Anzi, lui si arrabbiò molto. O almeno, così diede a vedere. Tant’è che qualche ora dopo, arrivato il momento di incontrarci, io andai piuttosto prevenuto all’appuntamento. Non mi ricordo se suonai al citofono o se lui era già fuori ad aspettarci. Fatto sta, che trovai una persona sorridente, accogliente. Restammo un po’ a parlare sotto il grande tiglio di Montesanto. Lui ci accompagnò nel salone dove avremmo tenuto l’incontro. Come se niente fosse.

Da quella sera, l’ho rivisto tante e tante altre volte. Nella parrocchia di Pontecuti, ad esempio, sempre a Todi. Chi ha partecipato ad una messa celebrata da padre Danilo, avrà sicuramente notato la forza delle sue omelie. Efficace, diretto. Concreto. Aveva una passione e una attenzione paterna verso i bambini. “Lasciateli fare”, era solito ripetere durante le celebrazioni ai genitori che invece si affannavano a rincorrere i figli, cercando inutilmente di farli stare buoni. E con la stessa cura, “testava” l’attenzione dell’assemblea con domande, incitazioni.

Tra le cose che ricordo con più profondità, c’è il modo con cui pronunciava uno dei riti di introduzione alla messa

Dio onnipotente ha misericordia di noi, perdona i nostri peccati e ci conduce alla vita eterna

Togliendo insomma il congiuntivo e soprattutto infondendo una fiducia rocciosa verso chi ascolta queste parole così dense di speranza.

E come dimenticare il suo modo di predicare. Scenografico, sicuramente: dal pulpito scendeva nell’assemblea, quasi come a voler parlare con ognuno dei presenti. Passando accanto ad ognuno dei presenti e guardando ognuno negli occhi. Spesso, anche al momento dello scambio della pace, almeno fino a quando era ancora possibile farlo.

Lo ricordo una volta protagonista di una catechesi appena dopo essere ritornato da uno dei suoi viaggi, una delle sue passioni assieme ai cavalli. Era stato a visitare la comunità dei monaci ortodossi sul monte Athos, in Grecia. Raccontò i dettagli di quell’esperienza. Le sue parole furono così vivide che a me sembrò di sentire gli odori che lui stesso descriveva, di vivere gli spazi che gli avevano riempito gli occhi, il cuore, lo spirito.

Ci sono altri ricordi, c’è stato un fortissimo abbraccio alla vigilia di una Pasqua di qualche anno fa: una tenerezza che riuscì ad addolcire l’amarezza che invece, in quel momento, abitava la mia anima.

L’ultima volta che ho visto padre Danilo risale alla scorsa estate. Lui stava per lasciare Todi e Montesanto per santa Chiara ad Assisi. Quella domenica avrebbe dovuto celebrare un matrimonio. Lo incontrai fuori dalla chiesa della Consolazione a Todi. Ci stavamo ritrovando dopo qualche tempo e come sempre abbiamo scambiato quattro chiacchiere come se non fosse passato neanche un giorno dalla nostra ultima volta. Fino a quando, ci passa di fronte questa ragazza, arrampicata su un paio di tacchi stratosferici. Ci guardiamo, poi lui si scuote. “Ma come fanno le donne a camminare su quei tacchi così alti?”.

Qualche settimana fa abbiamo saputo del suo ricovero a Città di Castello dopo avere contratto il Covid. Le notizie, prima discrete, sono via via diventate sempre peggiori. Poi sembrava potesse esserci un leggero miglioramento. Ieri pomeriggio la notizia della sua morte. Sconvolgente, gelida. Piena di spigoli. Questi sì, fanno male.

Padre Danilo ci mancherà. Non lo dimenticheremo.

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