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Omofobia, rinviate a giudizio 9 persone di Terni e Perugia per insulti omofobi sui social

La denuncia dell'associazione LGBTI perugina "Omphalos" che, ancora una volta, si costiuisce parte civile: "Chi semina odio raccoglie denunce".

"Al rogo", "ve ce vorrebbe il fascismo almeno lo provate", "giù di manganello", "figli di cani froci di merda", "merce da termovalorizzare", "radere al suolo per il bene dei normali", "se comandavo io eravate tutte saponette". Questi sono solo alcuni degli insulti e delle minacce ricevute nel 2019 da Omphalos a seguito di un post su Facebook che ricordava il Perugia Pride. Dopo la denuncia dell’associazione e le indagini della Polizia Postale, il Pubblico Ministero ha chiesto ora il rinvio a giudizio per 9 persone, quasi tutte residenti tra Perugia e Terni, contestando reati di minacce, istigazione alla violenza, diffamazione e apologia di fascismo.

«Quando abbiamo ricevuto quei messaggi non ci abbiamo pensato due volte – commenta Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos LGBTI – non è pensabile che si possa utilizzare una simile violenza in modo così gratuito e pensare di farla franca. Insultare le persone per il loro orientamento sessuale o per la loro identità di genere nel 2020 non può essere più considerata solo ignoranza. Il vero problema è che fin quando non ci sarà una condanna forte e unanime da parte di tutto l’arco politico e delle istituzioni, certe persone continueranno a sentirsi giustificate.»

L'iter giudiziario

L’udienza davanti al Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Perugia si terrà ad inizio 2021 e Omphalos ha già incaricato i propri legali per la costituzione di parte civile. L’associazione è già impegnata come parte civile in altri due processi sempre legati a omofobia e transfobia.

«Se c’è ancora qualcuno che pensa di poter seminare odio e violenza contro le persone omosessuali e transessuali senza nessuna conseguenza farà bene a ricredersi – conclude il Presidente di Omphalos – Da anni la nostra associazione ha deciso di non lasciar passare nessun tipo di discriminazione e violenza anche verbale e sui social. Siamo determinate ad andare fino in fondo ad ogni minaccia o insulto omofobo o transfobico e continueremo a denunciare direttamente, ad offrire l’assistenza del nostro sportello legale e a costituirci parte civile nei processi.»

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