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Orario ridotto e poi il trasferimento, allarme per il futuro del Ser.D. di Narni

Il laboratorio in via della Doga allo Scalo da settembre potrebbe essere accorpato con la struttura di Terni. L’intervento di Rifondazione comunista: “Aumentano le tossicodipendenze ma diminuiscono i servizi territoriali, ecco cosa rischiamo”

Il circolo di Rifondazione comunista “Alda Merini” di Narni lancia l’allarme sulla paventata ipotesi di chiusura del Ser.D. di via della Doga a Narni scalo. Il servizio, come è noto, si occupa dell’assistenza a tutte quelle persone che soffrono di dipendenze patologiche. I Ser.D. sono attivi all’interno dei dipartimenti delle dipendenze delle Asl, dispongono di una propria dotazione organica comprendente diverse figure professionali qualificate e specializzate: medici, psicologi, assistenti sociali, educatori, infermieri, amministrativi ed altro personale di supporto.

Per quanto riguarda il Ser.D. di Narni scalo, ad esso si rivolgono i cittadini residenti nel comprensorio narnese-amerino. Un territorio piuttosto vasto che va dalla zona sud di Narni fino ai comuni che confinano con l’Orvietano. Ebbene, stando a quanto sostiene Rifondazione comunista, a partire dal prossimo mese di settembre, l’ambulatorio di via della Doga a Narni scalo verrebbe smantellato per essere trasferito a Terni, in quello che diverrebbe l’unico Ser.D. della provincia. “Già dallo scorso 8 maggio - spiega Giulio Ratini, segretario del circolo di Rc - sono state ridotte le aperture dell’ambulatorio, passate da tutte le mattine ed un pomeriggio alla settimana, a due sole mezze giornate: il martedì mattina e il giovedì pomeriggio. Questa drastica riduzione sta creando forti disagi, soprattutto sul versante riguardante la distribuzione di metadone. Un problema questo che costringe gli utenti che hanno necessità di assumere il farmaco a recarsi presso gli ambulatori di Terni”.
“In sostanza - continua Ratini - succede che aumentano le tossicodipendenze ma diminuiscono i servizi territoriali. Qualcuno, evidentemente, non si sta probabilmente rendendo conto che la chiusura del Serd.D. di Narni rischia di comportare una serie di conseguenze negative per tutta la comunità locale. L'ipotizzata chiusura dell’ambulatorio narnese, con il conseguente trasferimento a Terni, comporterebbe difficoltà per gli utenti di raggiungere la sede, oltre ad un sovraffollamento e ad un sovraccarico di lavoro per gli operatori di un settore estremamente delicato. L’interruzione della frequentazione del servizio comporterebbe altresì uno stato di astinenza nelle persone interessate dal servizio assistenziale. Ciò potrebbe attirare i trafficanti di droghe sempre pronti ad allargare e rifornire le piazze di spaccio per soddisfare la richiesta”.

“Alcuni tossicodipendenti - sottolinea Ratini - per soddisfare la propria astinenza potrebbero quindi essere arruolati come spacciatori, altri potrebbero commettere dei reati per procurarsi le dosi necessarie da assumere sempre più frequentemente. Ciò comporterebbe dei rischi per la sicurezza dell’intera comunità. Insomma - conclude Ratini - i danni prodotti dalla chiusura del servizio avrebbero sicuramente un costo notevolmente superiore a quelli necessari all’attuale mantenimento in loco del servizio”.

Intanto, come primo atto di protesta, il circolo “Alda Merini” sabato 27 maggio, dalle 10,30 alle 13 ha organizzato un appuntamento riguardante la raccolta di firme per dire “no” alla chiusura del Ser.D. di Narni.

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