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La passione per la musica e l’impegno nella lotta al Coronavirus. Ermonda si racconta: “Il palco il mio posto nel mondo”

La giovane artista ha lanciato il suo ultimo brano denominato ‘Essere me’ ossia: “Una conversazione tra come ero e la ‘me’ di adesso”

Una giovane ragazza dal presente roseo ed un futuro tutto da scoprire. Una grande passione per il canto e l’impegno nella lotta al Coronavirus. Ermonda Muzliukaj è un’artista che è riuscita a coniugare la vocazione per la musica alla professione di operatrice socio sanitaria: “Sono nata in Germania da genitori originari del Kosovo, vivo in Italia da molti anni”. Una bella storia quella di Ermonda che ha scoperto – passo dopo passo – le sue doti canore. “La musica ha fatto parte della mia vita fin da subito, amando ciò che mi faceva provare qualcosa”. I primi approcci: “Ero fissata con Loretta Goggi. A tal proposito la prima canzone che interpretai fu ‘Maledetta primavera’ in un concorso canoro denominato ‘Carbonaretto d’oro’ a Piediluco”. Correva l’anno 2005. “Dopo averlo vinto e parlato con mia madre decisi di iscrivermi ad una scuola di canto ad Arrone, cominciando a studiare la materia. Dopo vari concorsi, incontrai Gianni Neri e da lì iniziammo il percorso alla Vocal Master”.

Una piccola quanto significativa svolta per la sua carriera: “Vinsi la borsa di studio con il Cet di Mogol all’età di 16 anni con l’Avis. Lì mi sono diplomata. Ho proseguito a cantare, studiare e capito che potevo fare il salto di qualità. Iniziammo a lavorare sui brani, a firma Gianni e Veronica Neri, propedeutici alla produzione dell’album ‘Comincio da qui’. Sotto tutte canzoni che racchiudono la vita di una ragazza della mia età. Tematiche quali amore, amicizia, perdita di una persona cara. E’ stato Gianni a tradurre in parola ciò che io ero e sono. Questi pezzi sono andati bene su tutte le piattaforme digitali. Nonostante fosse superato come pensano molti, abbiamo inciso anche un cd per dare un ulteriore input”.

Si arriva al recentissimo passato: “‘Essere me’ è il brano uscito nei giorni scorsi, questo a mia firma. C’è da dire – aggiunge – che scrivere è sempre stata una grande passione. Ho deciso di far leggere alcune cose a Gianni e lui suggerito di trasformare il tutto in testo. L’ispirazione? Episodi, spaccati di vita. Una conversazione tra la vecchia me e quella di adesso. La prima comprende il periodo tra i 10 e 16 anni. L’altra invece fa riferimento all’ultimo anno”. Le peculiarità caratteriali: “Sono introversa, estremamente sensibile. Una caratteristica accentuata che spesso ha comportato difficoltà nel farmi capire delle persone. Ha provocato un senso di malessere, un lato del carattere che non mi piaceva. Crescendo ho scoperto che questa parte si rafforzava, raggiungendo una consapevolezza spiccata. Forse è la parte più bella, ho notato che poi veniva trasmessa agli altri”.

La lotta al Coronavirus, un grande impegno nel lavoro che svolge come operatrice socio sanitaria, all’interno di una struttura residenziale protetta per anziani: “Sono stata chiamata a metà novembre per lavorare nel corso dell’emergenza Covid, nel momento di maggiore criticità legata alla diffusione dei contagi. È stata dura vedere persone e colleghi star male. Indossavamo tute, visiere, coperti dalla testa ai piedi. È un lavoro gratificante, quando vedi che i nostri ospiti si riprendono, ringraziano, è molto appagante. È il lavoro che sceglie te, se non sei predisposto non riusciresti a farlo. Ti affezioni a queste persone ed in alcuni casi li perdi. Fai di tutto per alleviare le loro sofferenze, come ad esempio la lontananza dagli affetti.

Siamo usciti dall’emergenza da circa tre settimane, arrivati al paziente zero, e riusciti a placare il tutto”. Una storia che ha fatto il giro della penisola: “Alba e Felicetto hanno sconfitto il Covid e sembrano due ragazzini, un amore come se fosse il primo giorno. Abbiamo festeggiato e speriamo si possano festeggiare ancora anche ospiti. Si lanciano i bacini, sono l’uno la forza dell’altro”. La convivenza e le criticità superate: “Quando ho iniziato a lavorare era prevedibile che la parte artistica potesse essere ostacolata. Ora, con il passare del tempo, sono riuscita a portare entrambe le cose, senza danneggiarle”.

L’emergenza sanitaria e la mancanza di poter esprimere il proprio talento dal vivo: “Sono estremamente emotiva. Tuttavia quando salgo sul palco passa tutto, il mio posto nel mondo. L’ultima volta risale ormai al 2019, il concerto di presentazione dell’album a palazzo Gazzoli. Purtroppo poi sappiamo cosa è accaduto. Manca tantissimo, per una cantante il palco è come una seconda casa, poiché ti rappresenta e rispecchia. Una mancanza che si sente”. Infine Ermonda racconta un piccolo aneddoto che riguarda ‘Balliamo anche domani’. “A cura di Veronica Neri e dedicata ad amico, molto stretto, venuto a mancare. Quando me la fece ascoltare ho capito che era anche amico mio. Me la sono cucita addosso, le emozioni provate cantando quella canzone sono le medesime di chi l’ha prodotta”.

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