Pensioni d’oro, in Umbria il secondo assegno più alto d’Italia: 651mila euro l’anno
Avvocato, ex dipendente comunale, incassa oltre 50mila euro al mese (lordi) più la tredicesima. L'importo era stato ridotto a 5.300 euro ma ora i giudici gli hanno dato ragione. Tutti i dettagli
Ai più il nome di Mario Cartasegna potrebbe non dire nulla. Eppure, nel 2005 divenne suo malgrado famoso. Ne parlò Gian Antonio Stella sul Corriere della sera in uno dei suoi tanti articoli “anti-casta” e Mario Giordano lo incluse ne suo libro “Vampiri”.
Avvocato, ex dipendente del Comune di Perugia, Cartasegna incassa la seconda pensione più alta d’Italia. La prima è appannaggio di Mauro Sentinelli, ex ingegnere Telecom che vive con 1,2 milioni di euro – sempre lordi – all’anno. Cartasegna deve invece “accontentarsi” di 651mila euro, compresa la tredicesima. Ma ha dovuto battagliare per vedere riconosciuti i suoi diritti.
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Il maxi assegno di Cartasegna è il risultato della pensione maturata a cui nel tempo sono stati sommati i contributi versati sulla base delle parcelle incassate per le cause vinte con l’avvocatura di Perugia. Quando il caso esplose in tutto il suo clamore, amministrazione perugina e Inps fecero ricorso, sostenendo che gli onorari extra non potevano essere calcolati ai fini pensionistici. Il giudice diede ragione ai ricorrenti, riducendo l’assegno a 5.300 euro al mese (più tredicesima) ed imponendo a Cartasegna di restituire 3,3 milioni indebitamente percepiti.
La battaglia a suon di carte bollate è però andata avanti, fino ad approdare alla sezione centrale d’Appello della Corte dei conti, che ha ribaltato la sentenza e restituito a Cartasegna la sua pensione d’oro: gli oltre 650mila euro gli spettano di diritto e lo proiettano nell’Olimpo dei record. Prima di lui in Italia c’è solo Sentinelli. Sul secondo gradino del podio assieme a lui ci sono Mauro Gambaro e Alberto De Petris. Segue a ruota Vito Gamberale (ex capo Tim e Autostrade), con 45mila euro al mese.