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Piano Sanitario Regionale, criticità e proposte: “Riprogettare e coinvolgere i professionisti. Fortissima carenza di posti letto”

Audizione in seconda commissione consiliare delle rappresentanze sindacali di medici e sanitari: “Necessario istituire dei tavoli di confronto” il parere unanime

Un nuovo appuntamento, a Palazzo Spada, per affrontare la delicata tematica della sanità, a livello territoriale, a seguito del Piano Sanitario Regionale appena preadottato. Nel corso della giornata di oggi, venerdì 10 ottobre, la seconda commissione consiliare ha accolto le rappresentanze sindacali di medici e sanitari, dopo aver ascoltato – nei giorni scorsi – le proposte del presidente dell’Ordine dei medici Giuseppe Donzelli e del dottor Piero Bonanno.

Ad inaugurare gli interventi Francesco Fioriello il quale ha dichiarato: “Abbiamo elaborato tre proposte sperando che possano arrivare alla Regione. Ringrazio il Comune per aver convocato la commissione”. A seguire Claudio Nazzaro: “La sanità umbra deve essere ridisegnata. Il Piano va assolutamente riempito. La Regione deve coinvolgere, a diversi livelli, i professionisti. Necessario pertanto riprogettare poiché vi sono dei modelli superati. L’articolazione della rete ospedaliera è obsoleta. Altro aspetto da rimarcare l’accreditamento istituzionale. Siamo in fortissima carenza di posti letto. Come sintesi è necessario che vengano istituiti dei tavoli tecnici. Un necessario quanto doveroso coinvolgimento dei professionisti”.

Successivamente è stato il turno di Marco Coccetta: “Stiamo raccogliendo e subendo delle scelte pregresse, spesso dettate da criteri non organizzativi. Scelte motivate da altre ragioni. Paghiamo il prezzo di avere dispersione di risorse, sul territorio regionale. Sussiste un’anomala distribuzione tra Umbria nord e sud.”

Ed ancora: “Il Piano Sanitario Regionale l’ho accolto con una certa soddisfazione. Avevamo avanzato una serie di proposte, a seguito dei vari confronti. Tuttavia deve diventare una scatola piena, da un punto di vista di contenuti. Non vedo delle linee guida chiare e non c’è coinvolgimento dei tecnici che possano dare il proprio apporto. Dai buoni propositi, occorre passare alla fase operativa”. Un esempio: “Sulla riduzione distretti (da 12 a 5 ndr) le indicazioni sono delineate. Occorre avere una definizione limpida anche per altri aspetti importanti. Non c’è neppure una riga dedicata al ridisegnare gli ospedali territoriali o investimenti per il nosocomio di Terni”.

Tema occupazione: “Lo specialista sceglierà di prestare il proprio lavoro dove ci sono condizioni lavorative più agevoli e trattamenti economici diversi. Pertanto è lampante una duplice problematica di carattere economico e formativo”. Per Roberto Ferranti: “Fondamentale coniugare le risorse, in funzione dei reali bisogni dei cittadini. Senza personale tutte le risorse del Pnrr potrebbero essere sottoutilizzate. Bisogna essere attrattivi magari dando incentivi ai professionisti, soprattutto quelli che vanno a lavorare in zone disagiate della regione”.

Infine Sandro Morelli: “Ho letto il Piano e mi sarei aspettato, da cittadino, una disamina più puntuale dal punto di vista delle indicazioni. Ad esempio una data di inizio dei lavori dell’ospedale di Terni. La comunità deve essere coesa per spingere in un’unica direzione. Se vogliamo puntare all’alta specialità dobbiamo liberarci da questo ospedale obsoleto. Per la questione personale credo sia doveroso passare dalle parole ai fatti. Non siamo attrattivi”. Diversi gli interventi dei commissari: Doriana Musacchi, Claudio Fiorelli e Comunardo Tobia che hanno presentato alcune domande, sottoposte ai presenti. Martedì 14 dicembre la prossima audizione calendarizzata dalla presidente Rita Pepegna.

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