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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Piano sanitario regionale: “Diminuzione dei distretti sociosanitari, investimenti ed integrazione”. Tutte le novità annunciate

Il passaggio da dodici a cinque distretti: “Accorciare la catena di comando per rendere più agevole il governo” afferma l’assessore regionale Luca Coletto

Un primo fondamentale passo verso l’adozione del nuovo Piano sanitario regionale. L’assessore Luca Coletto ne ha definito i dettagli ricordando alcuni passaggi fondamentali, in vista dell’iter di partecipazione che confluirà nell’approvazione definitiva, da parte dell’assemblea legislativa. “Il nuovo piano sanitario 2021-2025 arriva dopo dieci anni e tiene conto di tutte le modifiche innovative introdotte dal decreto ministeriale n. 70 del 2015 che era stato recepito, ma non inserito in una programmazione scritta”. La giunta regionale lo ha dunque preadottato e denominato ‘Umbria, la salute al centro’ dove: “Non si parla solo del sistema sanitario - sottolinea l'assessore - ma c’è un forte collegamento con l’ambito socio-sanitario, con l’obiettivo finale di migliorare le prestazioni erogate in ambito socio-sanitario, in particolare quelle legate ai livelli essenziali di assistenza”.

Le principali novità introdotte: “La diminuzione del numero dei distretti sociosanitari, i quali da dodici diventeranno cinque. Tuttavia questo aspetto non va visto come una penalizzazione – afferma l’assessore Coletto - visto che i distretti saranno inglobati, pur mantenendo la loro identità. Il cambiamento infatti, ha solo lo scopo di accorciare la catena di comando per rendere più agevole il governo. Le aziende ospedaliere invece rimarranno due, così come due saranno ancora le aziende sanitarie territoriali. Anche se questa decisione – prosegue l’assessore - è in mano al Consiglio regionale”. I fondi del Pnrr verranno utilizzati anche per la revisione e l’implementazione della rete territoriale, privilegiando la costituzione di case e ospedali di comunità prioritariamente, mediante la riconversione di strutture esistenti, tenendo conto della distribuzione demografica della popolazione ed a seguito di processi di concertazione. Tra le novità ci sono anche l’introduzione di servizio di verifica, sia contabile che tecnico scientifico e la Commissione regionale per la valutazione degli investimenti che stabilirà l’opportunità degli acquisti per importi superiori a 200 mila euro. La peculiarità di questo piano – pertanto - è l’integrazione socio sanitaria che si articola negli ultimi cinque capitoli dedicati proprio a tale ambito. 

“Storicamente – è scritto nel piano - il nostro sistema di welfare si è sviluppato su filiere parallele, separate per competenze (il sociale, il sanitario, educativo, lo scolastico, il lavoro, etc.), incentrate sulla logica del bisogno e sull’offerta di risposte diversificate per categorie, aree di intervento, età delle persone, livelli di gravità. Porre al centro della programmazione regionale i bisogni dei cittadini ed i loro diritti impone un suo ripensamento fondato sul protagonismo della persona, considerata nella sua unitarietà. Di fronte a bisogni sempre più complessi e articolati, anche a seguito dell’emergenza Covid 19, è necessario rafforzare la governance complessiva, puntando sull’integrazione delle politiche, dei servizi, degli interventi, delle risorse e sulla valorizzazione del capitale relazionale, al fine di accrescere la qualità della vita nelle comunità locali”.

Ed ancora: “Obiettivo strategico della nuova programmazione regionale è quello di superare l’attuale frammentazione e settorializzazione, attraverso un rafforzamento della programmazione integrata, del monitoraggio e della valutazione. Il consolidamento ed il rafforzamento dell’integrazione sociosanitaria si inserisce, quindi, in un percorso virtuoso volto ad evitare duplicazioni di interventi, ad un uso più efficiente ed efficace delle risorse professionali e finanziarie, alla prontezza, appropriatezza e continuità delle risposte a vecchi e nuovi bisogni puntando, nel contempo, sulla prevenzione. Per meglio orientare l’attuazione di politiche volte ad incentivare pratiche di innovazione sociale si rende necessaria una revisione dei percorsi di autorizzazione e di accreditamento delle strutture operanti nel sociale, con particolare riferimento alle prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, cioè tutte le attività che hanno l'obiettivo di supportare la persona in stato di bisogno”.

Inoltre: “Gli ambiti del sociale e del sanitario, seppur distinti per settori di attività, andranno riallineati entro un quadro di integrazione e innovazione, così come anticipato nel documento del 2020 ‘Riorientare l’azione regionale nelle politiche sociali in Umbria’. Il monitoraggio e valutazione del nuovo Piano sanitario regionale sarà caratterizzato da un sistema di misurazione delle performance che prevede una valutazione iniziale, una valutazione in itinere ed una finale. Il primo passo verso una sanità migliore – viene specificato - costruita attorno alle reali esigenze della popolazione, è quello di rendere evidenti e comprensibili le novità apportate dal Piano sanitario”.

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