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Pieve Santa Vittorina, il mistero sull’altare e il simbolo “Beate Martyris”: le ipotesi per il rilancio

Interrogazione del gruppo consiliare “Per Avigliano Umbro” sullo stato di conservazione della struttura della diocesi: il nodo dell’accesso

Una struttura altomedievale, che conserva ancora diversi simboli storicamente rilevanti e che faceva parte della rete delle antiche pievi istituite dal Comune di Todi alla fine del 1200. La Pieve di Santa Vittorina ad Avigliano Umbro rappresenta sicuramente un punto di riferimento storico e culturale, tanto che è inserita nel percorso del Fai, il Fondo Ambiente Italiano. In questi giorni la pieve torna di attualità, visto che il gruppo consiliare “Per Avigliano Umbro” ha presentato una richiesta al sindaco Luciano Conti per “monitorare quali interventi sono in programma per tutelare il bene”. Diversi però sono i nodi da sciogliere in vista del rilancio. 

Santa Vittorina da tempo versa in condizioni di abbandono. Si tratta di una pieve molto antica, risalente nella sua prima fase alla prima età altomedievale. “La struttura originaria - spiega il Fai - è di tipo romanico ma alcuni frammenti scultorei decorativi potrebbero far supporre un impianto originario più antico. Ancora più indicativo, in tal senso, potrebbe essere stato l’altare monolitico in travertino, conservato fino a non molti anni fa all’interno della chiesa e attualmente scomparso, databile, secondo alcuni, ad un periodo compreso tra la fine del VII e gli inizi dell’VIII secolo”. Diversi gli elementi di pregio culturale: recentemente è stato recuperato dai carabinieri un cippo in travertino scolpito, murato un tempo nella parete sinistra dell’edificio, con il simbolo dell’Agnello e quello della croce e con l’iscrizione “Ad onorem beate martyris”. 

Tutti elementi che hanno un “peso” anche formale: la pieve infatti è censita come tra gli edifici sparsi nel territorio “costituenti beni immobili di interesse storico culturale”. In questo senso, la Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio dell'Umbria ha inviato una lettera all'Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero, all'Ufficio Beni Culturali della Diocesi Orvieto-Todi ed al sindaco di Avigliano Umbro. Inoltre, una segnalazione dei carabinieri Tutela Patrimonio Culturale-Nucleo di Perugia ha messo in evidenza, dopo l’esposto di un privato, l’incuria in cui versa la chiesa. Al momento l’edificio è parzialmente crollato e la superficie pavimentata interna presenta evidenti segni di scavo. 

In vista del rilancio, la questione non è così semplice: sono coinvolti diversi enti che, seppur abbiano evidentemente tutti a cuore il fatto di tutelare un bene storico e culturale di indiscussa rilevanza, potrebbero avere esigenze e disponibilità diverse rispetto soprattutto alla questione economica. La proprietà dell’immobile è della diocesi (e questo di fatto annulla il potere di intervento dell’amministrazione comunale sulla struttura, al di là delle interlocuzioni con gli uffici diocesani), la tutela dell’area circostante è comunale, la strada per l’accesso è provinciale. In più, al tavolo siedono anche la Sovrintendenza e il ministero. Oltre alla rimessa in sesto della struttura infatti, c’è anche da risolvere la questione della accessibilità. Al momento la pieve si trova su un'altura che di fatto è difficilmente raggiungibile. Resta da capire chi potrà investire sul bene e anche, in prospettiva, con quali modalità vorrà essere rilanciato, ossia come ripensare l’area di accesso nell’ottica di un maggior coinvolgimento della popolazione e dei turisti.  

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