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Smog e Isee, ma ci sono anche i poveri con l’auto di lusso

A Terni sono 348 i contribuenti che dichiarano un reddito lordo di oltre 120.000 euro l’anno, ma sulle strade della città dell’acciaio circolano più di 4.600 vetture di classe superiore

Forse il reddito con lo smog c’entra poco. Però il conto in banca dovrebbe avere qualcosa a che fare con la propria automobile. Difficile infatti immaginare un povero a bordo di una “fuoriserie”. Altrimenti non solo non avrebbe senso il provvedimento che il Comune sta mettendo a punto in merito alla lotta all’inquinamento (derogare dal blocco della circolazione chi ha un Isee fino a 14.000 euro) ma ci potrebbe essere qualche problema di evasione fiscale.

Smog e Isee, la città si divide: le reazioni

Incrociando i dati messi a disposizione da Agenzia delle entrate, ministero delle finanze e Automobile club d’Italia, la fotografia che si scatta su Terni qualche margine di perplessità lo lascia. E la città dell’acciaio, nel panorama umbro, non è nemmeno messa troppo male.

Sulla base delle dichiarazioni dei redditi 2017 (quindi relative al 2016) dei 75.933 contribuenti ternani, quelli con un reddito lordo oltre 120.000 euro sono 348: rappresentano lo 0,5% del totale dei contribuenti e generano un reddito che sfiora i 65 milioni di euro (rispetto ad un monte complessivo di quasi 1,6 miliardi).

I dati Aci censiscono in città 4.663 automobili con una cilindrata superiore a 2.000 centimetri cubici. Ora, questo dato di per sé può non voler dire nulla. Anzi, esistono vetture di grossa cilindrata ma dal valore commerciale basso, tanto più in una città in cui circolano almeno 30.000 automobili immatricolate pima del 2005. Quindi, il rapporto di 13 auto “potenti” per ogni benestante va sicuramente rivisto al ribasso. Se anche la metà di queste fossero vecchie, resta il fatto che ci sono 7 auto oltre 2.000 cc per ogni benestante.

Certo, Terni non è la maglia nera. In questa particolare classifica, chi registra valori più anomali è Stroncone (43,8 auto potenti per ogni ricco e 6,6 per ogni benestante, ossia per ogni contribuente che dichiara oltre 75.000 euro di reddito. Seguono Acquasparta (37,1 e 12,4), Baschi (27,3 e 6,1) Avigliano (25,0 e 5,3) Montecastrilli (22,8 e 7,9), Arrone (22,2 e 7,0) e Narni (21,6 e 5,3), con Allerona (18,8 e 6,8) e San Venanzo.

Ad Amelia (14,4 e 4), San Gemini (13,9 e 3), Porano (13,4 e 2,1), Orvieto (11,6 e 3,2), Montecchio (9,4 e 3,9) e Parrano (5,6 e 5,6) il rapporto ricchi-bolidi è più contenuto.

Rischio evasione? Forse, oppure questi numeri stanno lì a confermare che esiste una grossa fetta di popolazione che, pur avendo disponibilità finanziarie limitate, si indebita per l’ultimo gioiello a quattro ruote. Tanto è vero che – stima la Cgia di Mestre – le famiglie di Terni hanno maturato debiti per circa 2 miliardi di euro e la Camera di commercio di Terni ha di recente aggiornato i dati su protesti di assegni e cambiali, rilevando che, pur diminuendo in quantità, i titoli di debito non onorati aumentano di valore.

Conti in rosso, probabilmente. Ma non solo. Non a caso, questo del rapporto tra reddito e parco auto, resta uno degli elementi su cui si appunta l’attenzione della guardia di finanza per stanare gli evasori. Che magari non inquinano l’aria. Ma qualcos’altro sì.   

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