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Orvieto, pozzo di San Patrizio nella Rete Mondiale dei Musei dell’Acqua dell’Unesco

Il gruppo comprende oltre 70 musei e istituzioni di 30 diversi paesi: è il Global Network of Water Museums

Il Pozzo di San Patrizio di Orvieto entra nella Rete Mondiale dei Musei dell’Acqua dell’Unesco. Nuovo passo in avanti sul profilo della cultura per Orvieto, dopo la presentazione della candidatura a Capitale della Cultura 2025. Il capolavoro di ingegneria realizzato da Antonio Da Sangallo il Giovane è stato inserito nel Global Network of Water Museums che attualmente comprende oltre 70 musei e istituzioni di 30 diversi paesi: dall’Italia all’Olanda, passando per Spagna, Francia, Regno Unito, Germania, Croazia, Romania, Cina, Corea del Sud, India, Turchia, Marocco, Burkina Faso, Uruguay, Messico, Stati Uniti e altri ancora. La Rete Mondiale dei Musei dell’Acqua, riconosciuta nel 2018 dalla Risoluzione del Consiglio Intergovernativo di UNESCO-IHP, ha sede a Venezia ed è una delle 18 “iniziative faro” del Programma Idrologico Intergovernativo (IHP) dell’Unesco al Mondo, nonché l’unica a essere gestita dall’Italia. La missione, nell’ambito degli obiettivi dell’Agenda 2030, è promuovere il valore dei patrimoni acquatici ereditati, sia culturali che naturali. Musei e monumenti che aderiscono sono quindi impegnati, a vario titolo, nella realizzazione di progetti educativi sul valore dell’acqua e dello sviluppo sostenibile. 

“E’ un onore per noi – spiega il direttore esecutivo della Rete Mondiale dei Musei dell’Acqua, Eriberto Eulisse – poter accogliere un capolavoro come il Pozzo di San Patrizio di Orvieto all’interno della Rete che punta a promuovere un uso più consapevole dell’acqua e affermare un nuovo paradigma di sviluppo che abbia a cuore l’attenzione e il rispetto verso la natura. Riqualificare, tutelare e promuovere i patrimoni dell’acqua sia naturali che culturali su scala globale è lo stimolo per riportare l’attenzione verso quei capitali di conoscenza che nei secoli hanno generato modelli lungimiranti di gestione accorta dell’acqua. Per questo nella Rete WAMU-NET giocano un ruolo di primo piano non solo i musei in senso stretto ma anche gli eco-musei e i diversi patrimoni di civiltà delle acque, in quanto naturali prolungamenti di attività espositive e didattiche che coinvolgono tutto un territorio. Prosecuzioni che includono sia parchi e riserve naturalistiche che architetture e opere monumentali costruite per la loro speciale relazione con l’acqua, come appunto il Pozzo di San Patrizio. Tutti questi patrimoni – aggiunge - costituiscono le preziose testimonianze di come attraverso i secoli e tramite un uso accorto e lungimirante dell’elemento liquido siano stati modellati veri e propri ‘paesaggi dell’acqua’ sia in ambito urbano che rurale. Valorizzando questi patrimoni di civiltà, arte e cultura, oggi si possono affermare anche nuove visioni e nuove politiche di sviluppo, volte a stimolare attività all’aria aperta e pratiche salutari di ecoturismo centrate sulla mobilità sostenibile”. 

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