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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Uno “squarcio di normalità” fra le mura del carcere: il progetto della Consulta giovanile di Terni

Primo sopralluogo nella casa circondariale di vocabolo Sabbione per il gruppo di lavoro. L’obiettivo è creare uno “spazio gradevole e ricco di fantasia” in una delle stanze destinate a sosta e controllo per i parenti dei detenuti

“Una volta completato il progetto, i famigliari dei detenuti e i figli degli stessi potranno trovare fin dal loro ingresso nell’ambiente carcerario - che prevede tempistiche di sosta necessaria per i dovuti controlli e altro - uno spazio gradevole e ricco di fantasia, quasi uno squarcio di normalità per mettere a proprio agio soprattutto i più piccoli che verranno accolti dai colori e dal gioco in vista dell’incontro con il genitore detenuto”.

Dopo una serie di incontri tra la presidente della Consulta giovanile del Comune di Terni, Monia Santini, il direttore della casa circondariale di Terni, Luca Sardella, e il comandante Fabio Gallo, ieri mattina si è tenuto il primo sopralluogo di alcuni componenti dell’assemblea della consulta che insieme alla presidente hanno preso visione di uno degli spazi adibiti alle soste di controllo previste per i parenti e i figli dei detenuti, per poter stilare un progetto di intervento di decoro e miglioria a carico della Consulta.

Il gruppo di lavoro che si occupa del progetto è composto da Federico Clementini, Alessia Minicucci, Andrea De Angelis, Caterina Proietti, Giacomo Straccini, Giulia Piccioni, Alessandro Picchi e dal vicepresidente Luca Serantoni ed è uno dei molti gruppi di lavoro per tematiche in cui si sono divisi i ragazzi della Consulta a seconda di ben precise sensibilità espresse da ciascuno.

Lo step di lavoro successivo sarà preparare il progetto definitivo di intervento per quantificare il budget necessario a coprire le spese previste e di conseguenza si partirà alla ricerca di sponsor per l’opera. I ragazzi metteranno a disposizione il loro tempo e le loro capacità, probabilmente anche in collaborazione fattiva con i detenuti che all’interno della casa circondariale si occupano già di attività artigiane e/o artistiche.

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