Il progetto di Andrea, Francesco e Valerio: “Condividere un'agricoltura sincera e lontana dalla produzione del tutto, tanto e subito”
I tre ragazzi hanno dato vita ad un’azienda agricola che si prepone di produrre prodotti a chilometro zero senza utilizzare prodotti chimici
Un progetto incentrato su sani valori, avvalorato da una serie di collaborazioni che hanno dato lustro e rigenerato spazi, restituiti alla comunità. I giovani Andrea Ferrari, Francesco Milanolo e Valerio Forti hanno dato vita, alcuni anni fa, a Orticulum ossia un’azienda agricola che si prepone di condividere un’agricoltura sincera e lontana dalla produzione del tutto, tanto e subito. Il terreno originario era del nonno di Francesco, il signor Alfredo, vero e proprio esempio di vita per i ragazzi che hanno spostato il principio dell’agricoltura naturale, anche a seguito di esperienze pregresse piuttosto significative.
Il racconto alla nostra redazione di www.ternitoday.it: “Ci siamo conosciuti quando eravamo piccolini – spiegano Andrea e Francesco – a Gualdo. Siamo praticamente coetanei (un giorno di differenza li separa ndr) e cresciuti in famiglie molto legate tra di loro”. La particolarità di Francesco: “Sono originario di Genova ma ho deciso di trasferirmi in Umbria, poiché stanco delle dinamiche vissute in una metropoli. Ho trovato tanti amici e un progetto sul quale scommettere”. E così si è unito anche Valerio per iniziare questo percorso così ricco di soddisfazioni.
Un’esperienza significativa: “Abbiamo prestato soccorso presso i centri profughi di Salonicco e Kios, fino a prima della pandemia – osservano Andrea e Francesco – e da lì è nata l’idea di creare un’azienda incentrata su valori di un certo tipo. Solo in quel momento è possibile guardare quelle persone negli occhi. Una sensazione di impotenza struggente, davanti a bambini, ragazzi ma anche tanti professionisti costretti a scappare dalla loro terra. Il nostro intento è fare un passo indietro per riscoprire le cose autentiche”.
Le attività dei ragazzi: “Oltre a dedicare appieno il lavoro alle colture ortive, abbiamo impiantato uno zafferaneto ed uno spazio per la canapa. Da due anni, a questa parte, stiamo spingendo sull’apicoltura. Tutto ciò – un concetto sul quale tengono – si basa sul principio fondante. Niente prodotti chimici per la produzione. Anzi invitiamo i clienti a vedere come lavoriamo e magari, se ne hanno voglia, anche a dare una mano” sorridono. Le tante iniziative: “Aderiamo al progetto Narni Comune amico delle api, instaurando delle collaborazioni con le scuole sul tema della biodiversità. Con un altro ente narnese ossia il Beata Lucia è stato possibile attivare l’apiterapia, andando ad installare una cassetta di legno dove si respira l’aria dell’arnia. Ci siamo specializzati nell’abbattimento di alberi, per aziende e conto terzi, nel momento in cui è necessario rimediare ad errori commessi in passato, quando sono stati impianti arbusti non autoctoni. Infine la riqualificazione dei giardini medievali alla Rocca Albornoz, sempre in sinergia con l’amministrazione narnese”.
Il bosco di sei ettari da scoprire: “Facciamo una sorta di percorso per i visitatori all’interno del quale è possibile ammirare quadri, poesia, opere di Flo Casco. La prima volta è andata piuttosto bene ed a breve replicheremo. Stiamo lavorando per farlo diventare un bosco ‘stregato’ con un evento a tema, da lanciare ogni due-tre mesi”. Tra le varie produzioni che hanno un grande riscontro olio, miele, propoli e polline e lo zafferano: “La nostra è una clientela che si autoseleziona sulla base di consapevolezze e sensibilizzazione ad un corretto stile di vita. Attenzione particolari a temi etici ed umani, al tempo ed alla natura ed accortezza verso il prossimo”.
Il fantastico mondo delle api: “Sono delle sentinelle e rappresentano un vero e proprio indicatore della qualità dell’aria. Quando rientrano nell’arnia riescono a far capire, alle altre, dove c’è maggior presenza di nettare mediante una particolare danza. Inoltre attraverso delle vibrazioni e l’inclinazione del sole forniscono tutti i restanti dettagli. L’ape nasce nutritrice per poi trasformarsi in bottinatrice nell’ultimo periodo della propria esistenza e, mediante uno scambio di mandibole, genera miele”.
Infine ai ragazzi è doveroso chiedere un loro pensiero sul tema dei cambiamenti climatici: “Abbiamo acquistato un’ala gocciolante di due chilometri. Tuttavia quando inizia a grandinare in modo improvviso quanto reiterato per poi avere un periodo perdurante senza precipitazioni è davvero difficile riuscire a portare a termine il nostro lavoro. In azienda disponiamo di una fontana centenaria e di un invaso, creato per ovviare a tali criticità. Le piante oltre a ricevere un trattamento naturale – concludono – beneficiano di un’irrigazione di acqua potabile”.