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Storia di Terni, un tesoro emerge dal sottosuolo: “Smontato il palo per la prosecuzione dei lavori. Patto di valorizzazione fondamentale”

Dai primi scavi sono fuoriusciti archi e mura probabilmente afferenti al convento carmelitano dei Santi Giuseppe e Teresa. Il progetto di largo Cairoli e le possibili nuove scoperte

Un tesoro riemerge dal sottosuolo. Sono ormai trascorse alcune settimane dall’inizio dei lavori all’interno di largo Cairoli, per dar vita a quel progetto di restyling che prevede la realizzazione di un parco cittadino e la riqualificazione degli immobili tra piazza Buozzi e Corso Vecchio. Dalle operazioni di bonifica bellica sono poi scaturite le prime sorprese, sebbene chi conosce in profondità la storia della città era al corrente di questa possibilità.  

Una volta cominciati i primi scavi, infatti, sono emersi alcuni archi e mura, probabilmente afferenti alle fondamenta del convento carmelitano dei Santi Giuseppe e Teresa. Un complesso che vuol essere preservato, dandogli – magari – il meritato lustro, dopo un lunghissimo periodo di oblio. Dalla bonifica all’indagine archeologica con la Soprintendenza a dettare i tempi, in collaborazione con il Comune di Terni, proprio per cercare di preservare i ritrovamenti. Dal sottosuolo potrebbero emergere ulteriori reperti risalenti al Medioevo e agli antichi Romani. Tutto ciò ha comprensibilmente destato notevole curiosità. Diversi cittadini si avvicinano, osservano gli interventi ultimati, all’esterno del perimetro del cantiere e magari scattano qualche foto.

Ad interessarsi di largo Cairoli e degli scenari di breve e medio termine il capogruppo di Terni Civica Michele Rossi: “Appena sono iniziati gli scavi è stato possibile far emergere una piccola parte del ‘tesoro’ che riguarda la nostra città. Dalla parte orientale del cantiere è possibile ammirare la pavimentazione concernente la chiesa. Andando invece verso più ad ovest ecco spuntare le prime fondamenta”. Il consigliere ricorda: “Il patto di valorizzazione che sottoscrisse il Comune. Pertanto l’amministrazione si sta adoperando proprio in tal senso. È stato infatti smontato il palo, al centro del cantiere, per consentire la prosecuzione degli scavi. Il costo è stato pari a circa 10 mila euro”. I lavori sono ripresi: “E si dovrebbe ripartire dall’area del chiostro del monastero, andando ad una profondità di tre metri. Il convento – conclude – non è stato oggetto di bombardamenti. Pertanto è davvero auspicabile poter scoprire nuovi reperti che potrebbero essere valorizzati, nel progetto complessivo di riqualificazione dell’area”.  

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