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Rato, chiusi i primi cantieri da San Gemini a Terni: nuovi interventi a partire dalla primavera 2021

Investiti undici milioni di euro, la soddisfazione dell’assessore Melasecche: “Lavori innovativi per garantire una durata del sottofondo stradale di circa vent’anni. Determinante la Regione”

Primavera 2021. Questa la data in cui – presumibilmente – partirà la seconda ondata di lavori sul Raccordo Terni-Orte dopo la prima serie di interventi che si è conclusa in questi giorni e che ha interessato il tratto fra San Gemini e Terni est per un investimento di circa 11 milioni di euro.

“L’Anas – ricostruisce l’assessore regionale ai lavori pubblici, Enrico Melasecche - aveva in programma tali interventi su tutta la E45, incluso il tratto delle gallerie di Perugia, ma il tratto del Rato era escluso. Una richiesta specifica del sottoscritto ha portato ad un ulteriore finanziamento di 11 milioni per inserire il collegamento della E45 con Terni”.

“I lavori – spiega l’assessore - consistono nella fresatura per una profondità di circa 60 centimetri, asportando tutta la massicciata e ricostruendola con tecniche innovative, utilizzando anche calce e cemento, in modo da garantire una durata del sottofondo di circa 20 anni ed impedire il formarsi degli avvallamenti con buche sempre più estese. Il cantiere ha interessato per ora solo la metà dei lavori nel senso di marcia in entrata verso Terni”.

“Interrotti per le condizioni meteorologiche invernali, verranno ripresi in primavera sulla direttrice in uscita da Terni. Occorrerà evitare la coincidenza con la costruzione, previa demolizione dell’attuale, del ponte Gabelletta-Maratta che sovrasta il Rato programmata per il 2021”.

“La riapertura coraggiosa dell’attuale ponte, avvenuta nel 2018 pur con il dosso e le limitazioni di carico a 35 quintali e di velocità a 30 km/h dopo sette anni di interruzione a causa della costruzione della bretella – specifica ancora Melasecche - fu salutata da un generale favore, ma non mancarono le critiche proprio dalla parte politica responsabile dei ritardi. Merita inoltre ricordare che la precedente giunta regionale che aveva promesso anche nel giorno della riapertura del ponte la restituzione di 1,5 milioni del ribasso d’asta della variante, non ha mai mantenuto la promessa. Il passaggio dalla giunta comunale a quella regionale mi ha consentito di rimediare ad una palese ingiustizia. Poiché si tratta di una struttura prefabbricata la durata di questo specifico cantiere dovrebbe limitarsi a poche settimane”.

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