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Più automobili che alberi, ecco che aria tira a Terni. Legambiente: giudizio insufficiente

Il dossier Ecosistema urbano 2021: quasi la metà dell’acqua si perde nelle condotte colabrodo, bollino rosso per la produzione di energie sostenibili. Tutti i dati del rapporto

Posizione numero 38 su 105 capoluoghi di provincia con un punteggio di 58,10. Perugia, per restare in Umbria, si trova al 21esimo posto con un punteggio di 62,45. Prima della classifica è Trento (84,71) mentre Palermo è fanalino di coda con 26,6.

Sono i numeri che sintetizzano i risultati del rapporto Ecosistema urbano 2021 realizzato da Legambiente che prende in esame una serie di parametri (dalla produzione dei rifiuti alla qualità dell’aria) attraverso i quali provare a descrivere l’aria che tira nei 105 capoluoghi di provincia d’Italia.

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Posizione che, ad analizzare i dettagli del dossier, è quasi tutta merito dell’impegno dei ternani che – ad esempio – centrano uno degli obiettivi più alti del Paese in quanto a percentuale di raccolta differenziata, 73,2% (Perugia è di poco sopra al 70%).

Tra le note positive c'è ad esempio anche la quantità di metri quadrati di isole pedonali per ogni abitante che a Terni sono 0,88 a fronte di una media di 0,48 anche se distanti dai 6,73 di Lucca e dai (quasi obbligati) 5,17 di Venezia (a Perugia sono 0,25).

Le note dolenti sono però diverse: Terni risulta ad esempio una delle ultime città in Italia per numero di alberi ogni 100 abitanti in aree di proprietà pubbliche (14). A Cuneo, per dire, ce ne sono 190, a Perugia 29. Bollino tendente al rosso anche per le auto ogni 100 abitanti: in città ce ne sono 67, ma è l'Umbria in generale ad avere un tasso di motorizzazione sopra la media visto che anche Perugia con le sue 75 non se la passa per niente bene. Tanti motori e poco spazio per le bici visto che i metri equivalenti di piste ciclabili a Terni sono meno di 5 (4,99) poco più di Perugia che, pur essendo una acropoli, ne "vanta" 4,64.

Ternani promossi in quanto a consumi idrici. Sembrano tanti, ma 130 litri al giorno per abitante valgono un bollino se non proprio verde, comunque più che accettabile. Peccato però che, in tema di servizio idrico, le perdite siano da maglia nera: il 43,8% dell'acqua immessa nella rete fognaria si disperde (a Perugia è "solo" il 38,2%).

Bollino decisamente rosso per impianti solari e fotovoltaici installati su edifici pubblici: a Terni l'energia prodotta è di appena 2,36 kW ogni mille abitanti.

Per quel che riguarda i dati più strettamente connessi alla qualità dell'aria, il giudizio di Legambiente per Terni è generalmente insufficiente sia per biossido di azoto che per polveri sottili e ultrasottili.

Ed è su questo aspetto che si appuntano le critiche del gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle: “Terni sempre più in basso tra le peggiori città in Italia per la qualità dell’aria. Il rapporto Ecosistema urbano certifica il fallimento totale delle politiche della Lega e dell’assessora Salvati fondate sul negazionismo ambientale. Rispetto al 2019 Terni precipita di ben 9 posizioni, passando dal 65esimo al 74esimo tra i 105 capoluoghi di provincia monitorati”.

“Continuare ad incolpare i ternani che accendono i caminetti – continuano i pentastellati - non porta i risultati sperati. Servono concretezza e investimenti per la riconversione del tessuto industriale. Nonostante i buoni risultati sulla raccolta differenziata, rifiuti prodotti e consumi idrici in cui riusciamo ad essere tra i primi 20 in Italia grazie all’attenzione e alla sensibilità dei cittadini, le politiche attuate sulla qualità dell’aria fanno precipitare il Comune di Terni. Non sarà certo la nuova ordinanza anti-smog della giunta comunale a risollevare la situazione, in attesa che la Regione chiarisca la questione del combustibile da rifiuti che vede a Terni due inceneritori, Acea e Terni Biomassa, pronti a ricevere ingenti quantitativi da tutta la Regione”.

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