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“Nessuno ha rubato il Natale”, ancora bagarre sulla recita contestata

Una maestra scrive al sindaco: venga il 14 dicembre alle manifestazioni natalizie della scuola Mazzini. Il vescovo Piemontese: un cristiano vive la sua spiritualità proponendola e non imponendola. Spunta l’idea di una raccolta firme

A Natale siamo tutti più buoni. Prima, no. È ancora forte l’onda polemica scatenata dalle accuse lanciate dall’assessore comunale alla scuola, Valeria Alessandrini, contro la dirigente della scuola primaria “Anita Garibaldi”, Maria Elisabetta Mascio, responsabile di avere “vietato” il presepe vivente per il prossimo Natale. I fronti si dividono tra chi sostiene la posizione dell’assessore e chi invece difende la dirigente scolastica: a torto o a ragione, il sasso è stato lanciato.

Recita “negata”: ecco cosa è successo

E nel grande stagno dei social network, la bomba è esplosa deflagrando. Tra innocentisti e colpevolisti, una maestra del circolo didattico “Mazzini” ha preso carta e penna (virtuali) ed ha scritto al sindaco di Terni, Leonardo Latini. “Mi meraviglio di lei, caro sindaco. Mi meraviglio di come dia voce ad una notizia senza fondamento senza informarsi. Lei che dovrebbe tutelare ogni suo cittadino, è il primo a contribuire ad infangare l’immagina della scuola. Glielo dico da insegnante cattolica che lavora nella direzione didattica tirata in ballo. La informo che nella mia scuola molte manifestazioni natalizie sono già state calendarizzate. Nessuno ha rubato il Natale. La invito a prendere parte il 14 dicembre alla manifestazione natalizia del plesso Mazzini al teatro Secci. (Ps: la domanda di utilizzo del teatro non è passata per il Comune?) Mi permetta un consiglio: eviti di avallare sciacallaggi e strumentalizzazioni politici che mostrano disinformazione e ignoranza ed espongono al pubblico ludibrio tutto il corpo insegnante e chi lo dirige. Non ci fa una bella figura”.

Il vicepremier Salvini: un’idiozia

Pur senza entrare nel cuore del dibattito, anche il vescovo di Terni, monsignor Giuseppe Piemontese, (che venerdì scorso, nell’ambito della sua visita pastorale, ha incontrato i piccoli studenti della Garibaldi) intervistato dall’edizione regionale del Tg3 ha esposto una sua personale riflessione, piuttosto generica, sulla vicenda. “Un cristiano – ha detto il presule - è parte integrante della società e vive la sua spiritualità in maniera molto serena, proponendola e non imponendola. La concordia, la pace, la bontà dei rapporti sono molto importanti. Se si è animati da buona volontà, si riesce sempre a convivere”.

E mentre fra i genitori della scuola spunta l’idea di promuovere una raccolta firme per mettere in scena questo famigerato presepe vivente, dice la sua sui fatti anche l’imam del Centro culturale islamico di via Vollusiano, Mimoun El Hachmi: “Non c’è niente di male nel fare un presepe, anche vivente, né canti o recite natalizie a scuola. Questi simboli fanno parte della tradizione e se per anni sono stati fatti, è bene continuare. Non siamo noi a voler cambiare la cultura di questo Paese, anzi vogliamo rispettarla. Dunque non vogliamo togliere alcun crocifisso, né altri simboli cristiani. La comunità islamica è disposta anche a partecipare alle iniziative in questione. Non siamo per l’integralismo islamico, ma non ci piace neanche quello di altro genere. Siamo tutti fratelli, per noi lo scambio culturale è un’importante ricchezza.

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