rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Attualità

Regione, punteggi troppo alti per i dipendenti. Sindacati sugli scudi: "È stabilito dai contratti collettivi nazionali"

La giunta regionale chiede a 17 dirigenti degli uffici operativi di rivedere i punteggi di 298 dipendenti perché ritenuti poco plausibili. I sindacati replicano: "La metodologia di assegnazione è stabilita dai contratti collettivi nazionali".

La giunta regionale, con la delibera 868 del 20 settembre 2020, chiede al 17 diregenti degli uffici regionali di rivalutare il punteggio di 298 dipendenti per l'erogazione del premio di raggiungimento degli obiettivi, perché i punteggi assegnati sembrerebbero eccessivi e poco plausibili. Secondo quanto stabilito dalla delibera: "Lo sbilanciamento che si è prodotto, rispetto alla media regionale è stato causato essenzialmente da una sproporzionata valutazione, da parte di alcuni Dirigenti dei Servizi della Direzione Governo del territorio, come peraltro evidenziato dall’OIV (organo interno di valutazione), che con il loro operato hanno determinato i valori negativi illustrati in precedenza.

Tale situazione - prosegue l'atto - determina l’impossibilità di completare il ciclo della valutazione con l’erogazione del trattamento economico accessorio in favore di tutto il personale regionale del comparto in quanto, come già rappresentato, la quota del personale che avrebbe diritto alla maggiorazione del premio eccede la quota stabilita nel CCI del 25% e comporta, come ricaduta negativa, una mancanza di selettività in termini di individuazione dei più meritevoli con una ripercussione anche in termini di distribuzione “a pioggia” della retribuzione accessoria (che disincentiva il personale)".

Come evidenziato da un articolo di Umbria 24, nelle tabelle prodotte dall'organo interno di valutazione, mostrerebbero un punteggio che va dal 28,6 per cento di alcuni dipendenti meritevoli al 100 per cento in tre casi. Ci sono casi eccezionalmente virtuosi: 32 su 32, 24 su 24, 52 su 24 dipendenti hanno centrato il punteggio massimo. Per questo genere di casi, l'organismo di controllo parla di "un vulnus del processo valutativo, poiché l’uso indiscriminato del punteggio massimo di 100 denota una carenza di analiticità e differenziazione dei giudizi".

Sindacati sugli scudi: "È stabilito dai contratti collettivi nazionali"

Secca la risposata delle Rsu dei lavoratori degli uffici regionali: "Il premio di produttività spetta ai dipendenti pubblici in forza dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro e va erogato secondo quanto previsto dagli stessi, dai Contratti Decentrati e dalle leggi vigenti".

Secondo quanto dichiarato dai sindacati, i dipendenti vengono sottoposti a valutazione in virtù di un nuovo sistema di misurazione e valutazione delle performance applicato per la prima volta con riferimento all’anno 2019.

I dirigenti, quindi, valutano il singolo dipendente con una metodologia che fa riferimento al raggiungimento degli obiettivi a suo tempo assegnati assieme alla cosiddetta sfera dei comportamenti, il tutto inquadrato secondo l’apporto individuale e l’apporto organizzativo. La valutazione, poi, viene “tramutata” in punteggio e a secondo della fascia di appartenenza del tale punteggio, si determina l’ammontare di premio corrispondente.

"Tutto questo - tuonano i sindacati - non è una novità assoluta, la cosa era nota a tutti o almeno avrebbe dovuto essere conosciuta, visto che il contratto nazionale è del maggio 2018 e quello integrativo è del settembre 2019. Alla luce delle valutazioni effettuate è sorto un problema, riscontrato anche dall’OIV (Organismo indipendente di valutazione) che ne ha fatto menzione nel proprio parere, ovvero che le valutazioni 2019 non risultano sufficientemente differenziate ed in alcuni casi sono stati assegnati punteggi pari a 100 a gran parte, ed in alcuni casi a tutto, il personale appartenente ad alcune strutture regionali".

Le responsabilità

Secondo i sindacati "Il funzionamento o meno di un sistema di valutazione, o il corto circuito nel quale esso possa piombare, non sia ascrivibile in nessun modo al valutato. Detto questo è altresì chiaro che le responsabilità non possano che ascriversi: al sistema stesso ed ai suoi meccanismi, alla capacità di chi lo ha ideato e proposto e lo dovrebbe gestire, nel veicolarne i principi e i fondamenti, nonché la ratio dello stesso in maniera adeguata e capillare a tutti i soggetti che si troveranno ad applicarlo perfino accertandosi della corretta comprensione da parte di questi ultimi Infine, alla capacità dei valutatori di applicarlo".

In tal senso, secondo le Rsu, la situazione si assimilerebbe a quella di un dirigente scolastico che riprende un professore perché ha dato ai suoi studenti troppi 9 o 10. "Dovrebbe preoccuparsi, invece, di accertare se davvero quei compiti svolti valevano il voto, invece di entrare nel merito del diritto del professore di valutare lo studente sulla base di quanto gli compete".

Nella nota delle Rsu, sembra fosse stata presenata una volontà previa di accordo con la giunta regionale che, in realtà, ha poi viaggiato in autonomia producendo la dgr contestata dai sindacati e che impone il riconteggi dei punti assegnati bloccando, di fatto, l'assegnazione delle premialità.

La soluzione che è stata proposta il 30 settembre, quando ormai tra l’altro l’atto era stato adottato poco prima, ovvero di procedere ad erogare il premio e bloccare temporaneamente l’erogazione della premialità aggiuntiva previo accordo con la RSU, non è stata ovviamente accettata perché la strada individuata già era stata tracciata.

"Vale la pena ricordare - prosegue la nota - che la vicenda del premio di produttività si trascina ormai da mesi, doveva essere erogato a maggio, poi a settembre, ora ci viene detto che non sarà possibile erogarlo nemmeno ad ottobre per quanto ci riguarda tutto ciò non è accettabile, chiediamo che il saldo della produttività sia erogato con la busta paga del mese di ottobre e che i responsabili dei ritardi siano individuati e valutati con la necessaria serietà e durezza.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Regione, punteggi troppo alti per i dipendenti. Sindacati sugli scudi: "È stabilito dai contratti collettivi nazionali"

TerniToday è in caricamento