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Scuola e virus, De Rebotti: posticipare la riapertura. La replica: enormi danni dalla dad per i nostri ragazzi

Botta e risposta tra il sindaco di Narni e il Comitato a scuola Umbria. “Rientrare il 10 rischia di essere un ulteriore problema, gigantesco, da gestire”. “Gestione politica inadeguata e dannosa”

Al momento le scuole in Umbria riapriranno lunedì 10 gennaio. Questa la decisione di Palazzo Donini che ha appositamente emanato un’ordinanza per procastinare il ritorno fra i banchi dopo la pausa natalizia. Oggi però una riunione del consiglio dei ministri potrebbe spostare ancora più avanti questa data, con l’obiettivo di “raffredare” la crescita esponenziale dei contagi da Covid19, alimentata dalla diffusione della variante Omicron.

Possibilità che viene vista con favore dal sindaco di Narni, Francesco De Rebotti, che in un post su facebook spiega che “in una fase pandemica in grande incremento, mai registrato a questi livelli, e con un fenomeno non governato nella presa in carico e tracciamento dei casi riaprire le scuole il 10 rischia di essere un ulteriore problema, gigantesco, da gestire. Per genitori, personale scolastico e dirigenti. Vero è che il protrarsi dell’apertura crea lo stesso problemi di natura diversa, organizzativa in primis per tanti genitori ma siamo nelle condizioni di dover ragionare sul danno minore. Per questo penso e spero che ci sia la scelta di procrastinare di qualche settimana l’apertura delle scuole. A patto che nello stesso tempo si torni a fare caricamento, gestione e tracciamento dei casi. Altrimenti sarebbe un sacrificio inutile. Come sempre ad un certo punto i sindaci rimarranno soli, comunque, a gestire gli impatti reali delle scelte o ad assumersi responsabilità al di là ed oltre quanto sostenibile pensando a scelte diverse”.

Posizione che viene stigmatizzata dal Comitato a scuola Umbria che commenta il post esprimendo “preoccupazione e sgomento” e rilevando come non sia possibile “che dopo due anni di pandemia e dopo aver conosciuto con certezza scientifica gli enormi danni che la Dad provoca a tutti gli alunni di ogni ordine e grado, si chieda loro un ulteriore sacrificio”.

“Sembra che le dichiarazioni della Società italiana di pediatria secondo le quali per i bambini, le bambine, i ragazzi e le ragazze la scuola è salute, non siano sufficienti a riportare alla ragione alcuni dei nostri amministratori. De Rebotti nel suo post – scrive il Comitato - ci dice che la chiusura della scuola creerebbe un disagio ai genitori: non è così, il disagio più grande è per i minori che sono stati privati di tutto. Vedere ancora la scuola come un parcheggio è quanto di più sgradevole si possa sentir dire da un amministratore. Caro sindaco, non è questo che spaventa le famiglie, che ormai hanno dovuto imparare ad arrangiarsi”.

“Nel post si continua dicendo che aprire le scuole sarebbe di gran lunga peggiore e creerebbe disagi a presidi e tracciatori: se ne assumano la responsabilità e trovino una soluzione in questi sei giorni. Accettiamo che l'apertura sia rimandata dal 7 al 10 ma che non si colga al volo l’opportunità di tenere le scuole chiuse cavalcando l’onda delle vacanze natalizie, perché se il 10 le scuole dovessero rimanere chiuse questo avrebbe, oltre che il nefasto impatto finora spiegato sui ragazzi, quello aggiuntivo sulle famiglie, ormai stremate non tanto dal Covid quanto da una sua gestione politica inadeguata e dannosa”.

“Come Comitato – prosegue la nota - abbiamo proposto soluzioni costruttive come ad esempio, testare solo i casi sintomatici come raccomanda anche l'Ecdc o munirsi di tamponi salivari da fare in classe. Nonostante i due anni di esperienza, dove i continui screening nelle scuole hanno dimostrato quanto questi rappresentino solo uno spreco in termini di tempo, personale e denaro, si torna a chiudere la scuola per tracciare persone sane. Diciamolo chiaramente allora che la scuola può chiudere perché, a vostro avviso, non costa nulla a livello economico farlo mentre prendete tempo per sistemare le vostre inadempienze, magari mentre i nostri figli fanno un giro al centro commerciale, dove apparentemente il Covid sparisce magicamente. Ma tutto questo avrà un costo molto caro nel futuro, per tutto il Paese”.

“Più che chiudere le scuole a fronte di una variante Omicron, che dati alla mano, appare molto meno pericolosa in termini di letalità rispetto a tutte le altre varianti, la Asl dovrebbe iniziare a trattare solo i casi sintomatici e non chiunque decida di fare un tampone self, magari per recarsi al cenone di San Silvestro. Adesso chi dovrebbe pagare lo stato di caos creato dagli stessi amministratori che hanno consigliato tamponi pre-cenone che, in quanto esame diagnostico, solo un medico dovrebbe decidere quando e come essere somministrato? Questa situazione non può ricadere su chi già è stato estremamente sacrificato durante la pandemia. I nostri politici, governatori, amministratori hanno sulle loro coscienze i numerosi bambini e bambine, ragazzi e ragazze per i quali l’isolamento ha determinato disagi mentali, pensieri suicidari, depressione, disturbi del sonno e dell’alimentazione oltre che una povertà educativa senza uguali nella storia del Paese. Il Comitato a Scuola Umbria diffida sin d’ora tutti gli enti locali da qualunque provvedimento che limiti il diritto alla scuola in presenza dei minori, ricorrendo se necessario anche ai tribunali competenti”.

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