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Rifiuti, scontro Acea-Asm: ricorso contro il nuovo impianto alle ex officine Bosco

La multiutility romana impugna il progetto da venti milioni di euro: serve un affidamento per gara. Emergenza discariche, la Regione: capacità residua di massimo quattro anni

La guerra dei rifiuti si combatte ora in una trincea fatta di carte bollate. Acea ha infatti presentato un ricorso contro il progetto che Asm Terni ha ufficializzato all’Auri, l’agenzia regionale per i rifiuti e l’idrico, che prevede la realizzazione di un impianto di trattamento meccanico dei rifiuti nell’area delle ex officine Bosco a Terni.

A darne notizia è l’assessore regionale all’ambiente, Roberto Morroni, che questa mattina ha risposto ad una interrogazione presentata dal consigliere del Movimento 5 Stelle, Thomas De Luca che, partendo da un incendio che qualche tempo fa ha interessato un capannone di Asm a Maratta.

De Luca ha chiesto a Morroni delucidazioni sullo stato dell’arte del progetto di Asm. “Il consiglio direttivo di Auri ha preso atto della proposta – ha spiegato Morroni – ma sulla questione pende un ricorso di Acea sul progetto” visto che la multiutility romana “ha contestato la legittimità di Asm” rispetto alla titolarità di un impianto del genere “perché nel sub ambito” dove opera Asm, ossia la provincia di Terni, “non vi è stato alcun affidamento” e invece questo genere di impianti “dovrebbe essere affidato per gara”.

Letto con la le lente di quella che il Comitato No inceneritori Terni chiama “geopolitica dei rifiuti”, il ricorso sembra poter assumere un ulteriore significato rispetto a quello di legittimità.

Perché anche Acea ha nei suoi cassetti un progetto per la realizzazione di un impianto di selezione dalla capacità di 75mila tonnellate all’anno che scende dunque in competizione con quello di Asm.

Chi sia in vantaggio, a questo punto, poco conta. Perché, se è vero che “il sistema impiantistico regionale è sufficiente a soddisfare il fabbisogno interno”, come dice l’assessore Morroni, la “carenza” è “su carta e plastica da indifferenziato” per cui un processo accurato di selezione sarebbe come manna dal cielo.

“Il tema dell’impiantistica è connesso alla chiusura del ciclo in Umbria” aggiunge Morroni, ricordando che il “piano regionale 2009 non attuato in alcuni punti salienti” e soprattutto che le “discariche hanno una capacità residua di 3 o 4 anni”. Per questo l’esecutivo di Palazzo Donini si impegna ad effettuare una “analisi di un nuovo piano regionale dei rifiuti che dovrà dare risposte per la chiusura del ciclo” e che dovrebbe essere pronto entro l’anno.

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