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Il minestrone, i gatti e gli ombrellini. E quelle comparse indisciplinate: "Quando ci ricapita di toccare Monica Vitti"

L’attrice, scomparsa ieri a Roma a 91 anni, nel 1970 girò ad Amelia il film “Ninì Tirabusciò, la donna che inventò la mossa”. Il libro Amelia “Perla del cinema ripercorre quei giorni: le curiosità

Riportiamo di seguito alcuni passaggi tratti dal libro Amelia “Perla” del cinema, scritto da Mara Quadraccia e Nino Rinaldi (Umbria Volontariato Edizioni) che tra gli altri ricostruisce alcuni episodi relativi al periodo in cui ad Amelia venne girato il film Ninì Tirabuscò, la donna che inventò la mossa, del 1970. Nella pellicola, Monica Vitti, morta ieri a Roma a 91 anni, interpreta, Maria Campi nome d’arte di Maria De Angelis (nel film Sarti) cantante, attrice e diva di varietà, per la regia di Marcello Fondato.

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La presenza di Monica Vitti ad Amelia nel caldo giugno del 1970 suscita grande interesse e curiosità, sia per il suo indiscutibile fascino che per una parte che sembra distante dalla linea della sua carriera: una romana per il ruolo della sciantosa napoletana poteva sembrare una scelta azzardata avendo lavorato in film impegnati con il suo compagno, il regista Michelangelo Antonioni, con una recitazione alquanto sofisticata. La popolarità con la commedia leggera era arrivata in quello stesso anno perché aveva appena finito di girare un film con Alberto Sordi, Amore mio aiutami, e nel 1970 interpreterà poi uno dei suoi film più famosi, Dramma della gelosia, tutti i particolari in cronaca ed un episodio del film Le coppie.

Ninì Tirabusciò è quindi un ritorno alle origini e sarà il trampolino di lancio per il film che viene considerato il più evocativo ed importante del mondo dell’avanspettacolo: Polvere di stelle del 1973, con un grande Alberto Sordi e con quella canzone che ne è la sua quintessenza, “ma ‘ndo vai se la banana non ce l’hai...”.

Monica Vitti per questo film riceverà nel 1971 il David di Donatello quale migliore attrice protagonista, bissando il David di Donatello del 1969 per La ragazza con la pistola (...).

Accanto a Monica Vitti un cast eccezionale: Gastone Moschin (che vivrà poi a Capitone e organizzerà una scuola di recitazione a Terni), Pierre Clémenti, Peppino De Filippo, Carlo Giuffré (che era già stato ad Amelia con Basta guardarla), SIlva Koscina (che ritornerà spesso ad Amelia per la sua amicizia con la famiglia di Lando Buzzanca), Salvo Randone, Nino Taranto, Marisa Merlini, Fanfulla, Lino Banfi (...).

La Vitti durante la lavorazione del film appare come una persona semplice e disponibile, con un grande amore per i gatti randagi. Alloggia presso l’albergo Le Colonne, dove l’accompagna l’autista personale, Ulrico, e spesso va a mangiare all’osteria Alberetti, in piazza Mazzini. Ama i piatti semplici, soprattutto il minestrone. Talvolta è a pranzo anche presso la famiglia Razza, custode di palazzo Cansacchi; entra in confidenza con Natalina Razza, che le vende degli ombrellini fine ‘800, utilizzati nel film, poi portati a roma dall’attrice. Entra in contatto anche con Angela Nicolucci, nota come “Farfalla”, che abita a due passi dall’ingresso del teatro sociale ed è sempre disponibile a dare una mano durante le riprese. Farfalla si sente onorata di ospitarla nei momenti di pausa fisiologica e per un caffè.

Il Teatro Sociale deve essere il teatro di Torino dove Ninì Tirabusciò si esibì per la prima volta nella famosa scena della mossa: l’interpretazione della Vitti suscita molti turbamenti ma anche molta ammirazione nelle giovani comparse ancora adolescenti: “Ho lavorato con la produzione per tutti il tempo, mi avevano preso sia come attore che come attrezzista. Quando Monica Vitti entrava in scena seguivo ogni battuta ed ero affascinato dalla sua bravura e professionalità” (...).

Il film lascia un ricordo indelebile nell’immaginario degli amerini, soprattutto in coloro che partecipano come comparse, tanto che la prima proiezione del film al cinema Perla (di Amelia) nel 1972 viene programmata con più spettacoli in tre giornate.

Qualcuno ricorda che la scena in cui Ninì è portata in trionfo da quattro baldi giovani lungo le scale di Palazzo Colonna viene girata molte volte. “Ce dicevano de non guardà dentro la macchina da presa ma noi a turno lo facevamo apposta. A la fine, il regista s’è arrabbiato e c’ha detto che eravamo scemi. E quanno ce capitava più de toccà Monica Vitti!”.

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