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I ternani che hanno fatto la storia: 90 anni fa anni fa moriva Ottavio Donatelli, geometra visionario al servizio della comunità

Nonno del celebre cardiochirurgo Renato, si impegnò per l’ampliamento e la ristrutturazione dell’ospedale cittadino, per far ottenere a Terni il tribunale e per il riconoscimento della Provincia

L’ampliamento e la ristrutturazione dell’ospedale civico, la “battaglia per il Tribunale” e l’elevazione di Terni a provincia.

Furono questi i principali risultati conseguiti da Ottavio Donatelli, personaggio ternano di spicco (e tra l’altro nonno del celebre cardiochirurgo Renato) del quale proprio oggi ricorre il novantesimo anniversario della scomparsa.

ottavio donatelli-2Nato in una casetta di vocabolo Fiori il 7 novembre 1875 da una famiglia umile, Donatelli si diplomò con il titolo di geometra (che allora si chiamava “perito agrimensore”) nel 1895 all’istituto tecnico C. C. Tacito (situato presso l’attuale Palazzo Primavera) con il massimo dei voti.

Dopo una fase di lavoro come dipendente in imprese edili, passò in proprio, portando avanti una lunga serie di opere, tra cui il già citato rinnovamento del nosocomio cittadino e la manutenzione di varie strade e ferrovie territoriali.

Ma il suo impegno andò ben oltre. La grande visione dei problemi che aveva, lo spinse infatti a formulare idee molto all’avanguardia per l’epoca. Basti pensare a progetti di linee ferroviarie che poi non si concretizzarono, come quello di una velocissima trasversale tra Roma e Venezia, passante per Poggio Mirteto, Terni e Perugia. Egli inoltre pensò alla Roma-Visso-Ancona (la cosiddetta “Chienti-Nerina”), alla Rieti-Avezzano, alla “Umbro-Maremmana”, a un tracciato che da Narni arrivasse ad Orvieto attraversando Amelia e Baschi e persino alla “Salaria” Roma-Ascoli Piceno, su cui il dibattito si è riacceso proprio negli ultimi tempi. Sua fu anche la proposta di realizzare alla cascata delle Marmore una funicolare che collegasse il Belvedere Inferiore a quello Superiore.

Donatelli scrisse pure per alcuni quotidiani nazionali (quali Il Messaggero e Il Giornale d’Italia), per altri di cronaca locale e su diverse riviste di quel periodo. Gli argomenti trattati riguardavano soprattutto lo specifico tecnico. Il geometra si occupò in particolare dello sfruttamento delle risorse idriche, specialmente nell’ambito industriale, agricolo e della navigazione; da segnalare, a tal proposito, un suo studio sull’eventuale fattibilità di un canale che, attraverso il Tevere, il Nera e il Chienti, mettesse in comunicazione il Tirreno e l’Adriatico. Ma nei suoi articoli si parlava anche di problemi legati al welfare come case popolari, cooperative di credito sociale e previdenza.

Queste sue attività lo portarono spesso a contatto con le autorità politiche del territorio. Lui stesso fu membro della commissione del Comune di Terni in varie amministrazioni.

Le sue sfide più rilevanti – come già accennato – furono quelle per l’ottenimento del tribunale e il riconoscimento della Provincia. La prima “battaglia” fu vinta nel 1923 con l’apertura del palazzo di giustizia, nel quale lui stesso successivamente avrebbe ricoperto molti incarichi come consulente tecnico. La seconda fu un po’ più lunga e impegnativa. Donatelli condusse un lavoro, durato anni, di informazione sulla carta stampata, di contatti personali ed epistolari con autorità tecniche e politiche a tutti i livelli, ma soprattutto di stesura del memorandum La provincia del Nera.

Questo promemoria di 110 pagine riportava un approfondimento decisamente accurato sul numero degli abitanti, le distanze chilometriche e la distribuzione geografica delle varie località, con conclusioni che precisavano dati altamente significativi come gli introiti entranti nelle casse erariali forniti dalle imprese che agivano sul territorio ternano. L’obiettivo venne raggiunto nel 1927, con l’istituzione della Provincia di Terni.

Donatelli si spense a Roma il 30 marzo 1932. La notizia del decesso fu pubblicata da diversi giornali.

Ma non tutti i suoi studi, progetti e interventi ebbero un seguito, nonostante egli, con il suo lavoro assiduo, puntuale e prezioso, avesse sempre dimostrato l'amore e l'attaccamento alla sua terra.

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