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Ristrutturazione del piano aziendale della Cro, sindacati contro la Tesei: "Chiedevamo di essere ascoltati già dieci mesi fa"

Accuse pesanti dai sindacati FABI, FISAC/CGIL, FIRST/CISL, UILCA/UIL e UNISIN contro la governatrice dell'Umbria per non aver mai convocato un tavolo di contrattazione fra rappresentati dei lavoratori, clienti e gli apicali della Cassa di risparmio di Orvieto: "Scorrettezza istituzionale"

Non è andata giù alle sigle sindacali FABI, FISAC/CGIL, FIRST/CISL, UILCA/UIL e UNISIN l'incontro a quattro a Palazzo Donini, che ha avuto luogo la scorsa settimana, fra la presidente Tesei, la sindaca di Orvieto Tardani, il il nuovo direttore generale della Cassa di Risparmio di Orvieto, Emanuele Carbonelli, insieme al presidente CariOrvieto Stefano Farabbi. O meglio, c'è indignazione per non avere dato spazio e voce ai rappresentanti dei lavoratori, dipendenti ma anche correntisti, dell'istituto bancario. Un incontro già chiesto dai sindacati la scorsa estate al quale non c'è mai stato un riscontro. 

"Siamo sinceramente contenti - scrivono le sigle sindacali - che la presidente della Regione Tesei, abbia trovato tra i suoi molteplici impegni il tempo di incontrare i nuovi vertici della Cassa di risparmio di Orvieto ed esprimere le sue considerazioni sulla situazione della banca dopo l’insediamento dei nuovi vertici aziendali nominati dalla capogruppo Medio credito centrale. Siamo altresì sconcertati dall’intempestività, dalla scorrettezza istituzionale che la stessa Presidente ha dimostrato, nei confronti dei rappresentanti dei lavoratori della CR Orvieto e di tutti gli istituti di credito della regione.

Non ieri, ma da luglio 2020, - prosegue la nota - ben 10 mesi fa è giacente inascoltata la richiesta che tutti i Sindacati Regionali con viva preoccupazione, indirizzarono alla stessa Tesei per un incontro sulla situazione che si stava appalesando per il futuro della C.R. Orvieto, dei suoi clienti e dei dipendenti, così come per tutte le altre aziende di credito ubicate in Umbria che sono parimenti alle prese con piani di ristrutturazione e riorganizzazione che lasciano prefigurare conseguenze pesanti su qualità del servizio ed occupazione nel settore.

Presentarsi oggi, a giochi fatti, con un piano industriale già delineato, con chiusure e riduzioni di servizi già decisi, con il cappello in mano invocando la clemenza della corte, suona come una inaccettabile sottovalutazione dell’allarme che, in tempi non sospetti, i sindacati lanciarono nel tombale silenzio di chi oggi si proclama paladino dei clienti e territori.

Come rappresentanti dei lavoratori - conclude la nota - riteniamo inoltre sia una scorrettezza istituzionale gravissima averci escluso da qualsiasi interlocuzione non cercando, ma anzi accuratamente evitando quelle opportune sinergie per una efficace difesa del territorio e dei dipendenti della Cro".

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